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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Le acque del litorale sambenedettese sono tutte balneabili, anche nel tratto della Sentina dato che è caduto il divieto di balneazione, in vigore fino all’anno scorso, nel tratto a nord e a sud del canale consortile. Permangono, invece, non adibite alla balneazione le acque dell’ambito portuale, inclusi i moli, le banchine e il tratto che inizia a 170 metri a nord del foce Tronto.

“È una bella notizia – commenta soddisfatto l’assessore all’Ambiente Paolo Canducci – che ci ripaga di tutto l’impegno profuso negli ultimi anni nel monitoraggio del canale consortile così come di tutti gli altri corsi d’acqua che solcano la città e nell’azione di contrasto agli scarichi inquinanti che ne è seguita”. La notizia, infatti, è stata diffusa in occasione della firma dell’ordinanza di inizio stagione estiva e in concomitanza della fine del progetto triennale di monitoraggio dei torrenti sambenedettesi, ovvero torrente Albula, fosso collettore e torrente Ragnola. L’assessore Canducci, il consigliere Marinucci, la polizia municipale e C.I.A. LAB, dunque, hanno presentato gli esiti del terzo e ultimo monitoraggio previsto nel progetto triennale che ha coinvolto il servizio di tutela del territorio.

Sono stati effettuati 40 campionamenti e registrati 73 punti di immissioni nel torrente Ragnola; nel tratto comunale di pertinenza sono state riscontrate 4 anomalie riconducibili a scarichi domestici debitamente sanzionati e chiusi. Durante i rilevi è stato rinvenuto anche un fusto di gasolio sequestrato e consegnato in Procura. “Abbiamo fatto un sopralluogo alla sorgente e l’acqua è limpidissima. – spiegano – Le maggiori criticità provengono da monte durante il percorso del torrente, quindi abbiamo bisogno di istaurare un discorso più ampio che coinvolga anche i comuni interessati. Per esempio Acquaviva e Monteprandone scaricano le acque dei depuratori proprio nel torrente Ragnola e sarebbe opportuno trovare una migliore soluzione”.

Incentrato sulla condivisione dei risultati il protocollo che interesserà i prossimi 3 anni, dal 2014 al 2016; infatti, San Benedetto, Acquaviva e Monteprandone collaboreranno con Arpam, Ciip spa, Aato 5, PicenAmbiente e Consorzio Bonifica del Tronto per continuare a monitorale le immissioni in alveo e tenere sotto controllo la qualità delle acque che si riversano in mare. Da questi tre anni non sono state riscontrate particolari criticità, la certificazione ambientale e la possibile riconferma della Bandiera Blu avvalorano l’esito delle analisi.