Si vota. Ve ne siete accorti, sì? Tra manifesti elettorali tra il surreale e l’imbarazzante, tra i santini, i volantini e gli inviti a dibattiti mi sembra che tutti i cittadini si siano candidati e che l’unica distratta che resta fuori da questa grande baraonda sia io. Mi sento un po’ bisfrattata, nessuno mi ha proposto una candidatura e dato che persino il gatto della vicina mi ha miagolato che è in lista per fare l’assessore ho capito che i lettori o fondano un partito a parte (e smettono di leggere per inseguire i voti) o sono destinati alla pace dell’anonimato, lontano da comizi e da tirate di giacca.
Per scappare ancora meglio mi sono poi nascosta in libreria e tra gli scaffali ho tirato giù un piccolo elenco di libri molto interessanti che vorrei segnalarvi. Si tratta di testi sparsi sia novità che classici che però vi segnalo con piacere.
Il primo è un libro recente ma che mi incuriosisce molto. Si tratta dell’ultimo lavoro del collettivo Wu Ming, l’Armata dei Sonnambuli. Vi confesso che devo leggerlo ancora, l’ho appena preso ma essendo una di quelle persone che furono folgorate da Q non posso che essere ben disposta…
Il secondo libro è un testo un po’ strano, si tratta delle Lettere a Theo di Van Gog. Vi chiederete perché, allora vi spiego. Con una persona molto esperta e molto simpatica abbiamo parlato di mostre e di Van Gog recentemente e mi ha consigliato di leggere questa sofferta raccolta. Da innamorata d’arte non ho potuto fare a meno che cogliere al volo l’invito.
Concludo la mia carrellata con un classico che di sicuro avete già letto ma che, nell’indiavolato clima elettorale e con tutto il marasma di questi giorni non è possibile non citare: si tratta del Gattopardo. No, non il libro di Friedman, ma quello vero, di Tomasi di Lampedusa. Per favore, se non lo avete letto leggetelo. Anche per riconoscere con uno sguardo più lucido il prossimo che vi tirerà la manica e vi metterà tra le dita il suo santino, “per il bene del Paese….”.
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