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Un consorzio tra i proprietari dei terreni di Contrada San Giovanni potrebbe essere una valvola di sviluppo per il territorio. Collocata tra lo svincolo autostradale e il centro commerciale Porto Grande, la zona rappresenta un potenziale risorsa territoriale per la rinascita economica e sociale di San Benedetto. C’è lo spazio, c’è il collegamento, c’è la teorica convergenza degli interessi locali, regionali e pluriregionali, manca l’iniziativa degli imprenditori.

Sante Calvaresi, cittadino appassionato e meritevole, provenendo da una nota famiglia di agricoltori e di commercianti (Calvaresi e Formentini), ha sollecitato la costituzione di un consorzio tra le varie proprietà dei terreni. Pur non essendo personalmente impegnato in attività di impresa, si è proposto di interloquire personalmente con le aziende che in passato hanno assicurato il benessere locale, in primis del settore agroalimentare e ittico, formulando proposte operative grazie al panel di professionisti amici che sono stati stimolati dalla sfida e dal coraggio della persona.

Contiguo a contrada San Giovanni si trova il Centro Agroalimentare, guidato da pochissimo tempo dall’avvocato Valeria Senesi, brillante e motivata. Il territorio in questione si presta come incubatore di imprese e laboratorio di sviluppo per start up, come spazio espositivo e come risorsa logistica, supplendo al deficit infrastrutturale che impedisce la crescita.

Tra i proprietari di terreni della zona Contrada San Giovanni si annovera anche Santarelli che non dovrebbe esitare a firmare un progetto di sviluppo per la cittadina che è stata la culla della sua fortunata attività di impresa, potendo fare molto di più del professore di matematica che si è messo in gioco per passione e responsabilità di cittadino. Il progetto sul tavolo lancia una sfida che non è soltanto locale, ma nazionale che apre le porte all’estero.

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