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ASCOLI PICENO – Procedono  in Consiglio Comunale senza intoppi i lavori per il Castelli-bis. Forte di una maggioranza granitica è stato approvato il rendiconto finanziario del 2013, anche se non sono mancate alcune polemiche e frecciatine soprattutto tra il sindaco e quello che è stato il suo principale sfidante alle ultime elezioni, il candidato del Partito Democratico Giancarlo Luciani Castiglia. Prima di entrare nel merito della discussione spazio in apertura di Consiglio ad una delegazione di lavoratori della Coalac che hanno letto un messaggio dove si accoglieva con speranza la presa di posizione del presidente della Regione Spacca in difesa dello stabilimento, per poi passare alla surrogazione del dimissionario Aliberti sostituito dall’avvocato Emidio Pierlorenzi.

Ad illustrare in Consiglio il rendiconto è stato il neo assessore al Bilancio Daniele Gibellieri che ha salutato con soddisfazione l’avanzo del famoso tesoretto che è di circa 2.800.000 Euro, dei quali però oltre 1.800.000 Euro accantonati e quindi non disponibili mentre i fondi non vincolati sono pari a circa 900.000 Euro. Una chiusura in positivo che però non è stata risparmiata da critiche da parte dell’opposizione. “Le parole dell’assessore sembravano più un compito di matematica con la sola elencazione delle cifre – attacca il capogruppo Pd Francesco Ameli – mentre il resoconto è un documento anche politico. Ci sono alcune spese che ancora sono eccessivamente alte, 8.000 Euro di spese telefoniche del teatro è perlomeno alquanto curioso. Le farmacie ci portano utili e il Comune deve ritornare a gestire anche la numero 5 e poi ci sarebbe da capire il reale valore di alcune cose come le reti del gas”.

Ma a mettere del pepe al Consiglio sono state le parole di Luciani Castiglia del Pd : ” Il bilancio è arrivato ad essere approvato e con tempi stretti per valutarlo. C’è poca chiarezza, viene da pensare che sia volontà politica a riguardo, non mi pare che ci troviamo di fronte al palazzo di vetro auspicato dal Presidente Fioravanti il giorno del suo insediamento. Il tesoretto tanto sbandierato poi è una vergogna, non esiste, per non parlare poi dell’effettivo valore del patrimonio immobiliare del quale l’ultimo inventario risale al 1997 quindi che credibilità possono avere questi dati ? Quando valgono poi ora le quote delle partecipate ? Fa strano poi che i dirigenti comunali, a differenza di altre città, non abbiano fatto la liberatorio dichiarando che non ci sono debiti fuori bilancio. Il Comune deve pagare alcuni debiti pari a 3 Milioni di Euro e ci sono gli interessi moratori che possono essere debiti fuori bilancio, quindi mi chiedo se questi interessi siano stati pagati, in caso contrario questo rendiconto non sarebbe veritiero”.

Parole quelle di Castiglia che hanno provocato la reazione del consigliere di maggioranza Attilio Lattanzi : ” E’ doveroso che le parole vengano dosate, quanto alla lettura poletica questa è stata data dai cittadini che hanno dato il 60% dei consensi a Castelli. Sono stati fatti dei miracoli a presentare un bilancio sano con tutte le opere pubbliche realizzate e che hanno dato lavoro a tante ditte della città. Alzare i toni di sicuro non giova alla città”. ” Parole poco incoraggianti quelle di Lattanzi – ha commentato Valentina Bellini del Pd – non si può invocare sempre ad ogni critica la lesa maestà. Qui ci sono mutui accesi per 56 Milioni di Euro, quasi 10.000 Euro a cittadino, e si deve capire se questi soldi sul groppone serviranno per creare crescita. Poi bisogna capire i debiti delle partecipate, questo bilancio non ci tranquillizza affatto”. Terminati gli interventi è stato l’assessore al Bilancio Gibellieri a specificare che è stato fatto il massimo con le risorse disponibili e che  non esistono debiti fuori bilancio, mentre la chiosa finale è stata del sindaco Castelli : ” Il rendiconto finanziario sono numeri, per gli elementi prospettici ci sono altri documenti. La maggioranza deve ascoltare la minoranza ma questa non deve fare demagogia. Sicuramente c’è da migliorare, come nei servizi che è poi il paramentro sul quale si basa la qualità della vita. Le partecipate poi non sono dei carrozzoni ma patrimoni”.

 

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