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ASCOLI PICENO – Con il Consiglio Comunale del 29 agosto è stato approvato il Piano Triennale delle Opere Pubbliche (2014-16) e il Piano delle Alienazioni del Patrimonio Immobiliare. Secondo Micaela Girardi della lista civica – ora associazione – InAscoli, i due documenti programmatici sono “intimamente connessi in quanto la Giunta Castelli intende finanziarie una parte consistente delle opere pubbliche cittadine proprio con la dismissione degli immobili del Comune non produttivi di reddito”.

“La scelta di principio è condivisibile, stante la ristrettezza delle risorse a disposizione dell’ente comunale e i pressanti vincoli del Patto di Stabilità e delle leggi di finanza pubblica locale – spiega Girardi -. Ma, leggendo nel dettaglio i due documenti, ci si rende conto che la Giunta Castelli si sente forse ancora in campagna elettorale e offre ai cittadini ascolani un vero e proprio libro dei sogni“.

Di fatto, il piano di vendita degli immobili comunali si pone l’ambizioso obiettivo di realizzare 9,34 milioni di euro; tra i fabbricati in vendita l’ex Eca in via Giusti, l’ex caserma Vecchi in corso Vittorio Emanuele e 18 piccoli terreni. La vendita? Obiettivo utopico per l’avvocato Girardi, dal momento che “sono destinati alla vendita immobili che sarà molto difficile, se non impossibile, vendere e che soprattutto sono valutati in modo approssimativo e generoso, in barba ai dati di mercato ed ai criteri di estimo”.

Per esempio, nel caso non verranno incassati proventi dalle vendite gli ascolani dovranno dire addio – a tutto o in parte – alla sistemazione delle strade comunali danneggiate dagli eventi atmosferici, alla ristrutturazione di parte dell’ex Distretto militare per il trasferimento di uffici comunali, alla riqualificazione della Fortezza Pia, alla sistemazione della piscina comunale, al restauro della torre campanaria di Santa Maria Intervineas, al restauro delle botteghe del Chiostro di San Francesco, ai lavori di adeguamento della Pinacoteca comunale e al restauro della sede del Sestiere di Porta Tufilla. Quindi, se le vendite non andranno a buon fine non ci saranno opere da realizzare.

 

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