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ASCOLI PICENO – Le Marche, assieme a Lombardia e Liguria, attiverà una sperimentazione per rilanciare le aree interne regionali. Il progetto è destinato a riequilibrare l’offerta dei servizi di base nei settori della mobilità, salute e scuola. Mentre entro il 2014 l’Appennino pesarese e anconetano vedrà partire la sperimentazione e nel 2015 prenderà il via quella della zona maceratese, la zona ascolana risulta essere un passo indietro in fatto di coesione e progettualità.

OUT L’ASCOLANO – A dirlo il documento istruttorio del Comitato nazionale aree interne redatto a seguito della visita della delegazione ministeriale sulle tre zone; nelle conclusioni si traccia l’area di Ascoli Piceno come spazio che “necessita di un forte lavoro di accompagnamento per poter in seguito risultare candidabile alla stipula di un APQ / Aree Interne”. A ribadirlo ci pensa l’assessore regionale alle Politiche Comunitarie Paola Giorgi che replica alle considerazioni del sindaco ascolano Guido Castelli. Altro che Regione matrigna, l’ascolano sarà aiutato a rientrare nei parametri ministeriali e se sarà necessario si procederà, addirittura, alla riperimetrazione della zona comprendendo alcuni Comuni dell’area fermana.

I FONDI – Tutte e tre le aree interne selezionate beneficeranno dei finanziamenti comunitari dei fondi Fesr (coesione economica e sociale), Fse (lavoro) e Feasr (agricoltura) della programmazione 2014-2020, con le risorse aggiuntive nazionali previste. “Il Piceno non resta a secco. Come tutte le altre aree interne delle Marche, la sua capacità progettuale potrà beneficiare dei 7 milioni di euro, su base regionale, previsti dalla Programmazione 2014/2020 dei fondi europei destinati alla coesione sociale e allo sviluppo, in attesa delle altre risorse Ue riservate alle misure agricole – commenta l’assessore Giorgi –. A queste sono aggiunte le risorse nazionali messe a disposizione per la Strategia”.

FARE SQUADRA – Invece di addentrarsi in ragionamenti campanilistici e pronostici di classifiche, sarebbe opportuno far leva sui fatti che caratterizzano il territorio ascolano. Il concetto di rete tra Comuni e territorio esteso è un fatto recente, che richiede impegno e costanza lontana da abitudini e protesa a innovazioni. La strategia nazionale, infatti, richiede una capacità di aggregazione e progettazione nelle aree e l’ascolano dovrebbe riconoscere i suoi limiti e allargare gli orizzonti. “Per consentire a tutte le tre aree candidate un corretto percorso nella strategia, la Regione ha attivato un bando col quale verranno acquisiti servizi e assistenza tecnica in grado di accompagnare i processi di integrazione di ogni singola area”. Insomma, saranno premiati i territori capaci di fare squadra e il Piceno non deve far altro che lavorare insieme a una strategia di rilancio.

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