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ASCOLI PICENO – “Sembra paradossale che la concessione di incentivi possa essere la causa della chiusura di uno stabilimento di una multinazionale, con fatturati da capogiro e leadership nel mercato riconosciuta in tutto il mondo. Il Governo si attivi immediatamente per correre ai ripari”. Lo affermano gli on. Luciano Agostini e Lara Ricciatti che hanno depositato il 4 marzo una interrogazione parlamentare relativa alla chiusura dello stabilimento di Ascoli della multinazionale Prysmian.

LE RAGIONI DELL’INTERROGAZIONE – Nell’atto di sindacato ispettivo la deputata marchigiana ha chiesto al Ministero dello Sviluppo economico di intervenire su un duplice fronte: l’apertura di un Tavolo al MISE tra azienda, organizzazioni sindacali e istituzioni locali per scongiurare la chiusura dello stabilimento del Piceno; la revisione dei sistemi di agevolazione ed incentivazioni che, pur perseguendo obiettivi condivisibili, rischiano di essere utilizzati in modo distorto.
“È necessario prevenire e arginare questo tipo di rischio – commentano Agostini e Ricciatti -, che non riguarda solo gli incentivi previsti per le imprese del Mezzogiorno (secondo autorevoli fonti alla base della scelta della Prysmian di chiudere lo stabilimento di Ascoli), ma anche quelli relativi alle assunzioni, previsti con la legge di stabilità. Gli incentivi sono uno strumento validissimo quando agevolano nuove iniziative imprenditoriali e stimolano la crescita di posti di lavoro, ma se inducono una azienda come la Prysmian a chiudere uno stabilimento in attivo per potenziarne un altro incentivato, è ovvio che qualcosa non funziona. Non vorremmo trovarci nella situazione di dover aprire un fronte anti delocalizzazione anche all’interno del Paese, già impegnati contro le delocalizzazione con una proposta di legge, che prevede la restituzione degli incentivi ricevuti per le imprese che portano i propri stabilimenti all’estero”.

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