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ASCOLI PICENO – Il Comitato Area Carbon torna sulla questione della bonifica del sito e in particolare sulla rimozione dell’amianto, dopo che stamane il sindaco Castelli ha riferito quanto è stato deciso durante il tavolo tecnico con l’Arpam. “Sulla questione dell’inquinamento da amianto nell’Area Carbon stiamo assistendo – si legge in una nota – , da oltre un anno, ad una sconcertante azione dilatoria da parte delle autorità pubbliche preposte alla salvaguardia della salute di tutti i cittadini. Chiariamo che, con la rimozione dell’amianto, il giudizio pendente davanti al TAR non ci azzecca nulla: difatti, l’oggetto del ricorso non è se l’amianto debba essere tolto oppure no, ma soltanto la legittimità di un’ordinanza sindacale che imponeva a Restart un termine troppo breve (soli 5 giorni per circa 40.000mq). Dunque, il rinvio concordato dai legali all’udienza dell’8 ottobre non vale affatto a paralizzare, nel frattempo, l’esercizio doveroso dei poteri pubblici a tutela della salute degli ascolani”.

QUALE SICUREZZA? – Se lo chiede il Comitato, rivolgendo una serie di domande al sindaco: “Nel frattempo per ben due volte l’ASUR ha segnalato i gravi rischi di contaminazione da fibre areo-disperse di amianto che aumentano sempre di più, giorno dopo giorno, a causa delle piogge, del vento e degli altri agenti atmosferici; purtroppo per l’amianto non ci sono dose-dipendenti il che significa che anche l’inalazione di una sola particella può risultare in danni gravi per la salute, come l’insorgere di tumori. Chiediamo al sindaco di rassicurare la popolazione e di comunicare ufficialmente che nessuno corre rischi sanitari. Possono i ragazzi continuare a giocare spensierati nei limitrofi campi di calcio? Possono i fedeli frequentare tranquillamente la chiesa di S. Marcello ed i locali parrocchiali? Possono gli abitanti dei palazzi adiacenti lo stabilimento stendere normalmente la biancheria senza il rischio di accumulare sui panni stesi quantità di MCA (materiale contenente amianto)? Si può tranquillamente passeggiare lungo Via Rozzi, Via Piemonte, Via delle Zeppelle? È garantita l’altra popolazione maggiormente esposta che frequenta e/o lavora presso le attività commerciali, gli uffici e gli istituti scolastici vicini all’area?”

CONTRO ULTERIORI RINVII – “Chiediamo al sindaco – continua la nota – perché continui a sostenere che l’amianto verrà eliminato dopo l’approvazione del Piano Operativo di Bonifica. L’amianto con la bonifica non c’entra nulla come più volte ribadito in tutti i tavoli tecnici ‘preliminarmente all’inizio dei lavori di bonifica dovranno essere eliminati tutti i materiali in amianto ed i fabbricati’.
L’amianto è una questione grave e urgente che impone soluzioni immediate, non negoziabili, non accorpabili né correlabili alle lunghe e complesse procedure della bonifica del sottosuolo. Chiediamo al Sindaco quali azioni cautelative ha intrapreso quando, per ben due volte, la società proprietaria Restart ha presentato rassicuranti documenti di valutazione rischi sull’amianto sistematicamente e drasticamente smentiti dalle relazioni dell’Arpam di Pesaro. L’Arpam di Pesaro ha certificato che tutto l’amianto dovrà essere tolto entro l’anno corrente: parliamo di circa 40.000 mq di mca, una superficie pari a circa 4.000 appartamenti e a circa 8 campi di calcio. Ma a tutt’oggi nulla è stato fatto, poi arriveranno le ferie estive, poi arriveranno le piogge, poi arriverà la neve, poi …”

“La salute dei cittadini – conclude la nota – non può essere subordinata agli interessi della proprietà Restart, la quale dovrebbe eseguire una operazione di bonifica del suolo e sottosuolo per 35 milioni di euro, ma non sta garantendo un intervento prioritario di rimozione dell’amianto per un impegno finanziario infinitamente meno oneroso e risibile.
Quale garanzie ci dà ancora la proprietà?”

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