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ASCOLI PICENO – “La tassa di Bonifica sono anni che vive, anzi, sopravvive, trascinandosi di tribunale in tribunale, di commissioni tributarie in commissioni tributarie. Vive, anzi sopravvive,
di leggi e normative, nazionali e regionali. Ma nessuno, finora, è riuscito a staccare, definitivamente, la spina di questo che ormai è un caso di accanimento terapeutico da parte di una burocrazia testarda verso cittadini esasperati, e gli agricoltori in particolare”. Così il consigliere regionale di Forza Italia, Piero Celani, interviene su quella che definisce “uno spaccato dell’Italia di oggi”.

LA NOTA SULLA TASSA DI BONIFICA – “Quali sono i benefici che il consorzio di bonifica delle Marche ha trasferito negli ultimi anni al territorio regionale e Piceno? Quali sono i miglioramenti e gli investimenti fatti nel territorio, e quante risorse sono state investite? O è semplicemente una tassa dovuta e basta, o peggio ancora serve per ripianare qualche debito pregresso?? Il cittadino vuole trasparenza, e chiede modalità e criteri di calcolo della tassa, così come previsto all’art. 6 comma 2 della Legge Regionale 17/06/2013 n. 13, dove viene indicato che il contribuente deve sapere quale investimento è stato fatto e quale beneficio lui ha tratto. Perché il contribuente deve farsi carico anche dei costi di gestione dell’ente, quando una volta chiuso la Regione potrebbe affidare le funzioni, a costo zero, ad un ente di area vasta come la Provincia, perché anche con quel poco che resta, ha comunque una sua struttura tecnico – amministrativa? Perché negli anni il consorzio di bonifica mon si è adoperato per attivare forme di finanziamento al di fuori da quella assicurata dai contribuenti, magari anche attraverso la partecipazione a bandi europei e\o statali alleggerendo gli oneri dei nostri agricoltori e artigiani? Le tasse in Italia sembra che vivano di vita propria. Sono indistruttibili. Sopra legem ed eterne. Per quanto mi riguarda seguirò attentamente il caso in Consiglio regionale e in sede di II commissione regionale che si occupa anche di agricoltura. Mi aggiungo quindi al coro di quanti sostengono che sia un assurdo pagare questa tassa anche perché non ha senso parlare di ripresa economica se poi i territori soffocano sotto il peso di una fiscalità onerosa, forse non dovuta, e una burocrazia a volte vessatoria e paralizzante.

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