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ASCOLI PICENO – Non tarda ad arrivare la replica del presidente della Provincia di Ascoli Piceno Paolo D’Erasmo alle accuse di poca trasparenza durante l’assemblea Ata del sindaco del capoluogo Guido Castelli.

LA REPLICA DI D’ERASMO – “Non è assolutamente vero dato che ho sempre riferito con puntualità e dettaglio i passaggi procedimentali per fronteggiare l’emergenza rifiuti. – ha replicato D’Erasmo – Intendo precisare che la sospensione dell’abbancamento alla Geta era già stata decisa in seguito all’esaurimento delle vasche e in attesa dei procedimenti di autorizzazione in itinere per il sormonto come ben specificato in Assemblea Ata. Non copro pertanto nulla caro Castelli anzi, ho scoperto cose inenarrabili sulla gestione dei rifiuti della nostra provincia”. La storia attorno alla Geta affonda le radici a qualche anno fa, quando già nel 2013 l’allora presidente della Provincia Celani e il dirigente dell’Ambiente dell’epoca avevano diffidato invano Ascoli Servizi Comunali ad adempiere alla realizzazione della copertura.

LE ACCUSE AL MITTENTE – “Altro fatto a mio avviso gravissimo è stato l’acquisto a caro prezzo di terreni da parte del Comune di Ascoli per realizzare una ipotetica sesta vasca – ha aggiunto D’Erasmo – quando poi lo stesso consiglio comunale, con la stessa maggioranza di centrodestra, cancellava successivamente, in sede di approvazione del piano regolatore, la previsione dell’ampliamento della sesta vasca risultando i terreni in frana. E ancora più grave è la situazione critica dell’ex discarica Ipgi. Fin dall’inizio del mandato ho avviato dei tavoli tecnici per diffidare il Comune di Ascoli ad agire e procedere alla bonifica del sito per porre finalmente fine ad una seria minaccia ambientale che si perpetua da anni e che, a tutt’oggi, trova invece il sindaco di Ascoli gravemente inadempiente”.

ANCHE PER LA DIFFERENZIATA – Il presidente D’Erasmo, allora, non si risparmia nemmeno sui risultati in fatto di raccolta differenziata. “Voglio infine sottolineare come i 28 Comuni dell’area di Picenambiente abbiano raggiunto una raccolta media differenziata del 65% mentre circa un terzo dei Comuni ha superato il 70%: numeri e percentuali che consentirebbero di trasferire i rifiuti fuori provincia con un aumento di costi quasi impercettibile ed invece, proprio a causa del Comune di Ascoli che presenta una raccolta differenziata poco oltre il 40%, ciò non è possibile con conseguenze sensibili sulle tasche dei cittadini. – e conclude – Per il sindaco Castelli, infatti, il rifiuto non è una risorsa ambientale da valorizzare con la raccolta differenziata ma una risorsa economica da sfruttare a vantaggio delle casse comunali e a scapito dei cittadini. Questi sono i fatti, il resto è il solito bagaglio di veementi e strumentali attacchi di natura politica”.

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