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A due mesi dalle Elezioni 2018 il sentimento di indecisione si è concretizzato in un sostanziale stallo. Prima di andare al voto in molti si sono domandati: Se dalle urne non dovesse uscir fuori in maniera netta nessun vincitore, quali eventualità politiche si spalancherebbero? Le possibilità sono essenzialmente tre: governo tecnico, di scopo o istituzionale

Dopo l’ultima consultazione il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha reso noto lo scenario più plausibile per l’Italia, sottolineando che è la prima volta che il voto degli elettori non sarà utilizzato per la formazione del Governo.

Governo neutrale o al voto

Nella serata di lunedì 7 maggio, dopo una verifica di tutte le possibili soluzioni, il presidente della Repubblica Mattarella ha confermato che non è riuscito alcun accordo tra Movimento 5 Stelle, Lega o centrodestra e Partito Democratico. Non vi è la possibilità di far nascere un Governo nato da un accordo tra i partiti più votati, strada chiusa quella per un Governo di minoranza.

L’attuale Governo Gentiloni ha esaurito la sua funzione e non può essere prorogato. Quindi, i partiti dovranno dar vita a un nuovo Governo con pienezza di funzioni per far svolgere al Parlamento tutte le sue attività e in vista degli step all’Unione Europea. Utile che i partiti si prendano ancora del tempo alla ricerca di un’intesa? Sì, ma nel frattempo si deve lavorare per far nascere un governo neutrale e di servizio che una volta raggiunto l’accordo si dimetterà. Un governo di garanzia, con personalità che rinuncino sin da subito a una futura candidatura, e che lavorino per adempiere la Manovra finanziare e il bilancio dello Stato. 

Se nonostante ciò non sarà raggiunto un accordo si tornerà al voto, probabilmente già in estate o in autunno. E proprio per il ritorno al voto che i maggiori esponenti politici spingerebbero, anche se l’estate non è ritenuto il periodo migliore.

Andiamo adesso a vedere nel dettaglio in cosa consistono tutte le opzioni prese in considerazione.

Governo tecnico, cos’è?

Se dopo il voto di domenica 4 marzo, non dovesse emergere alcuna maggioranza di governo, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella potrebbe sciogliere le Camere e annunciare nuove elezioni. A questo punto, tuttavia, potrebbe aprirsi lo stesso scenario del 2011, quando i partiti hanno deciso di comune accordo di proseguire la legislatura e il Presidente Giorgio Napolitano ha affidato la composizione del Consiglio dei Ministri a Mario Monti. Perché si chiama governo tecnico? Si tratta di un team privo di una base politica ma con specifiche e solide competenze tecniche, destinato a durare per un periodo di tempo limitato. Per la nascita di un governo tecnico tutti i partiti dovrebbero trovarsi d’accordo. Al momento quest’eventualità risulta piuttosto difficile se non improbabile. Mattarella, difatti, dovrebbe individuare un Presidente del Consiglio dei Ministri appoggiato dalla coalizione di Silvio Berlusconi, dal PD di Matteo Renzi e dal M5S di Luigi Di Maio.

Le caratteristiche del governo istituzionale

Il governo istituzionale non presenta molte differenze rispetto a quello tecnico. Viene comunque formulato dal Presidente della Repubblica, in questo caso Sergio Mattarella, il quale generalmente decide di nominare in veste di Presidente del Consiglio una figura istituzionale di rilievo come il Presidente del Senato. Attualmente in Italia con Paolo Gentiloni c’è una specie di governo istituzionale. Pertanto, in caso di mancato vincitore con le elezioni 2018, la situazione rimarrebbe pressoché invariata fino alla formazione di una nuova inequivocabile maggioranza.

Elezioni 2018 e governo di scopo, di cosa si tratta?

Il governo di scopo è un Esecutivo di breve durata che nasce solitamente grazie a un accordo stretto tra la maggioranza, seppur parziale, e il gruppo dell’opposizione. Cosa s’intende esattamente per “scopo”? L’obiettivo di tale governo, prima di tornare alle urne, è ratificare provvedimenti legislativi urgenti, quindi riforme indispensabili come la legge elettorale. In caso di una mancata maggioranza alle elezioni 2018, il governo di scopo dovrebbe rimettere mano al Rosatellum, ufficializzato solo pochi mesi fa: il 3 novembre 2017.

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