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“Salviamo le Gole dell’Infernaccio”, questo è l’appello lanciato dalla sezione ascolana di Italia Nostra per la tutela del Parco Nazionale dei Monti Sibillini.

Gole dell’Infernaccio, ecco cosa è successo

Con la neve dello scorso inverno si sono verificate diverse valanghe nella Valle dell’Infernaccio che hanno danneggiato il patrimonio forestale. 

Una parte di essi è di proprietà della Comunanza Agraria di Rubbiano del Comune di Montefortino. E’ stata proprio la Comunanza Agraria a comunicare agli abitanti che erano autorizzati al prelievo del legname in base agli usi civici. L’Unione Montana dei Sibillini, invece, autorizzava la rimozione delle piante e degli alberi caduti e indicava le prescrizioni valide per prendere la legna, essendo nell’area compresa del Parco dei Sibillini.

In base a varie denunce, ha spiegato Italia Nostra durante una conferenza stampa, è emerso che alcuni privati tra cui una ditta, non si sono limitati a prendere solo la legna valangata come previsto dalle autorizzazioni ma sono stati tagliati anche numerosi alberi protetti e in perfetto stato.

Sono stati anche superati i confini di proprietà di Rubbiano arrivando fino alla zona del Fermano. Del caso se ne è occupata anche la Procura di Ascoli Piceno.

La denuncia di Italia Nostra

Nonostante gli interventi fatti, il taglio illegale di alberi è continuato determinando un ingente danno ambientale.

“Questi problemi sono sorti questa estate e potevano essere evitati. – hanno denunciato da Italia Nostra – La zona interessata si trova al centro del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, un sito riconosciuto ma aggravato da diversi vincoli e poco controllato. Ci sono state circa 28 valanghe, che hanno comportato centinaia di tonnellate di legname. Il taglio illegale ha riguardato alberi di faggio e acero secolari  che sono stati tagliati a raso.

La cosa più grave – hanno aggiunto Mario Zucconi, uno dei soci Italia Nostra – è l’assenza di controlli per queste azioni illecite. E ci chiediamo perchè le autorità dello stesso Parco dei Sibillini non siano intervenute per impedire che continuassero a essere incaricati di queste operazioni di così importanza per l’ambiente, in quanto il danno non riguarda solo il furto di legname ma anche un danno per il Parco”.

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