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Ciip SpA, i responsabili del gestore idrico piceno continuano a porre sull’accento sull’attuale crisi idrica senza precedenti che sta attanagliando il nostro territorio.

Il Presidente della Ciip Giacinto Alati e il Dirigente Giovanni Celani hanno reso noto che durante lo scorso fine settimana le risorse idriche sono stata messe in notevole sofferenza, fatto che imporrà di adottare una linea più dura dalla prossima settimana in poi. E’ importante, perciò, che “ogni singolo cittadino non usi acqua per scopi diversi da quello potabile e quello igienico-sanitario. Il nostro appello è rivolto anche ai Comuni, affinché reprimano usi impropri”.

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Ciip: primo stadio di allerta idrica

Cattive notizie, purtroppo, riguardo lo stato di portata idrica delle falde ascolane e fermane.

Il Consorzio ha deciso, per mitigare le difficoltà di portata dell’acquedotto Pescara-Capodacqua e di quello dell’Aso nel fermano, di avviare chiusure programmate dell’acqua dalla prossima settimana, dalle 22 alle 6:30 circa. Le chiusure interesseranno la Vallata del Tronto e parte del territorio fermano: principalmente le località di Servigliano, Santa Vittoria in Matenano, Grottazzolina, Castorano, Offida, Spinetoli, Acquaviva Picena, Monteprandone e parte del fermano. Non saranno, almeno per ora, interessati da chiusure i territori che sono serviti da impianti di soccorso: Ascoli Piceno, Folignano, Maltignano (impianto di soccorso di Castel Trosino), San Benedetto del Tronto e Porto d’Ascoli (Fosso dei Galli), Porto S. Giorgio e parte del fermano (Santa Caterina) e la zona montana (servita dalla sorgente di Sasso Spaccato).

Le sorgenti storiche, infatti, sono soggette in questo periodo storico ad un fenomeno di forte decrescita: “siamo a un punto di equilibrio instabile, le sorgenti riescono a reggere i consumi ordinari ma non i picchi del fine settimana, che vanno ad erodere le risorse nei serbatoi. Purtroppo la crisi che stiamo affrontando è senza eguali, tanto che ci ha portato ad imporre un sovrasfruttamento agli impianti di soccorso, usati più che al massimo della loro potenzialità”.

Ciip, il perché della crisi idrica e le possibili soluzioni

L’attuale crisi idrica è data dalla scarsezza di ricarica negli ultimi due anni, che ha visto pochissima pioggia e poche nevi, concentrate per lo più non nel corso di tutto l’inverno ma per un periodo limitato. A questo c’è da sommare l’effetto del sisma, che ha compromesso la sorgente di Foce di Montemonaco, facendole perdere circa il 60% della risorsa.

Per ora, secondo i tecnici Ciip, “la misura migliore da mettere in atto è risparmiare direttamente sulla risorsa. Non c’è altro modo di compensare la perdita giornaliera delle sorgenti, che si aggira intorno ai 5 o 6 l/s, portata che fornisce acqua a circa 1500 persone. La nostra speranza è riuscire ad arrivare, grazie al risparmio, alla stagione autunnale delle piogge; se così non sarà, incrementeremo le chiusure”.

La Ciip, poi, sta terminando l’ultimo dei due sondaggi condotti a Capodacqua: “Se Asur e Protezione Civile danno l’ok potremmo iniziare ad usare l’acqua di queste nuove falde, e capire come esse reagiranno con due nuovi punti di captazione”.

Ciip e il lavoro condotto da Cialab

Al fine di fugare ogni dubbio sulla balneabilità delle coste e dei bacini idrici in generale del territorio, l’ingegner Carini della Ciip ha illustrato il lavoro condotto con il supporto di Cialab.

Lo studio della Cialab è iniziato a giugno, con campionamenti settimanali effettuati ogni martedì su 12 depuratori lungo la costa, dal Basso Tenna a nord fino al Depuratore Brodolini di San Benedetto del Tronto: “Il Covid in particolare ha alterato i processi produttivi dei depuratori e abbiamo voluto porci al fianco dei Comuni per studiare cosa succede all’intero sistema delle aste fluviali. La Ciip ci ha incaricato di valutare, a livello chimico e microbiologico, l’impatto dello scarico dei depuratori sui corsi di acqua locali. A inizio stagione balneare abbiamo stabilito le date di prelievo e, caso ha voluto, che uno di questi venisse effettuato il 16 giugno, dopo tre giorni di forte pioggia”.

I risultati emersi dalle indagini sono stati buoni. Solo il campionamento del 16 giugno, effettuato dopo un diffuso dilavamento dei terreni e delle reti fognarie, in un primo momento ha dato risultati anomali: “Dalla nostra analisi è risultato che tutti i corsi di acqua, a quella data, fossero inquinati da escherichia coli. Questo dato era dovuto al fatto di aver effettuato il prelievo dopo tre giorni di pioggia critica: i depuratori della zona funzionano tutti bene, i risultati alterati delle analisi erano dovuti alle forti piogge che avevano convogliato liquidi verso fiumi e torrenti. Per avere acqua di fiume pulita bisogna intervenire sull’ambiente ed evitare che il dilavamento dei terreni si immetta immediatamente nei corsi d’acqua e che le reti fognarie vengano caricate eccessivamente dalle acque pluviali”, rendono noto i tecnici di Cialab.

Per quel che riguarda il Tronto in particolare, “le criticità sono legate al fatto che la sua portata è regimata da invasi che si trovano a monte e che servono per irrigare e per fornire energia elettrica. La portata del Tronto, in un giorno solo, è in grado di variare sensibilmente: l’acqua ristagna alla foce, specie quando il fiume non ha portata considerevole”.

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