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Coldiretti Macerata fa il punto sulla situazione delle aree interne marchigiane in occasione dell’anniversario del rovinoso sisma del 2016: “a quattro anni dalle scosse di terremoto che hanno devastato il centro Italia, e in particolare modo la nostra regione, si è costretti a celebrare questa triste ricorrenza ponendo ancora una volta i riflettori sull’ennesimo caso di burocrazia che ostacola la ripresa economica e sociale delle aree interne”.

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Coldiretti Macerata, la situazione delle aree interne post sisma

Una vicenda davvero emblematica quella che arriva da Pieve Torina dove un imprenditore agricolo non può né ricostruire, né delocalizzare le stalle degli animali, inagibili dopo le scosse: “Nemmeno il progetto di investimento finanziato grazie ai fondi stanziati con il Psr Sisma della Regione Marche riesce ad andare avanti con il serio rischio per il titolare di dover chiudere definitivamente un allevamento storico”, spiega Giordano Nasini, Direttore di Coldiretti Macerata.

Intanto, rispetto al periodo pre sisma, la produzione agricola marchigiana ha perso il 6% del proprio valore. Dalla terra che trema all’immobilismo del mondo delle carte e delle autorizzazioni il rischio è quello di compromettere definitivamente la ripresa economica, prerequisito per il ripopolamento e per la successiva ripresa sociale, delle aree interne. “Con il nuovo commissario straordinario Legnini qualcosa si sta vedendo ma il ritardo accumulato è tanto ed è ora di iniziare a correre se vogliamo veramente dare un futuro a questi territori”, aggiunge Nasini.

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