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Afghanistan: la Dottoressa Raffaela Baiocchi (ostetrica e ginecologa ascolana) è impegnata con Emergency, nell’affrontare la difficile situazione che sta vivendo il Paese. Le donne si rivolgono a lei e alle sue collaboratrici per far nascere i loro bambini, dando un segnale di vita e di speranza, ad un territorio reduce da molti anni di guerra.

La Dott.ssa Baiocchi è una donna medico nata ad Ascoli Piceno, che lavora nella città di Anabah, localizzata a due ore di macchina da Kabul, capitale dell’Afghanistan.

Afghanistan, la storia del medico ascolano Raffaela Baiocchi

Raffaela Baiocchi è nata 48 anni fa ad Ascoli Piceno. Il suo nome, curiosamente, ha una sola “L” all’anagrafe, per un vezzo di creatività di suo padre. E’ cresciuta nel quartiere di Porta Cappuccina, nel quale vivono ancora i suoi familiari.

Dopo aver frequentato il Liceo Scientifico “Orsini”, si è laureata in Medicina ad Ancona. In seguito, ha svolto esperienze lavorative al Nord Italia, prima della scelta di andare in Afghanistan, tra le file dell’organizzazione Emergency fondata dal medico Gino Strada, venuto a mancare recentemente.

Attualmente, la Dottoressa Raffaela Baiocchi ricopre il ruolo di responsabile dell’intera area ostetrica-ginecologica dell’ospedale di Anabah, per conto della ONG italiana Emergency. L’Afghanistan, per la Dottoressa ascolana, è ormai come una seconda casa, dove trascorre la maggior parte del suo tempo. L’ospedale, situato nella valle del Panshir, quattro anni fa è stato ingrandito con un nuovo blocco, intitolato alla ricercatrice Valeria Solesin (che perse la vita nel 2015, nell’attentato in Francia al Bataclan).

La struttura ospedaliera di Emergency che si trova in Afghanistan, in cui lavora la Dott.ssa Baiocchi, può contare su 104 posti letto; prima dell’emergenza Covid registrava 650 parti al mese, ridotti ora a 400 circa: si tratta di una piccola rivoluzione, in una zona in cui le donne partoriscono in casa e con l’incognita delle complicanze del parto. Quella di Anabah è l’unica struttura ostetrico-ginecologica gratuita e accessibile liberamente, nella vasta regione del Panshir in Afghanistan (un Paese oggi reso più insicuro, a causa del ritorno dei talebani).

“Sono arrivata qui nel 2007, Emergency aveva avviato da 4 anni il Centro maternità di Anabah. – ha dichiarato Raffaela Baiocchi, al quotidiano “Avvenire” – Nel nostro ospedale, arrivano donne mai visitate prima; alcune non sanno nemmeno la propria età, né i mesi di gravidanza dei nascituri. Loro hanno poco potere, sulla propria vita e su quella dei figli.

A volte, le partorienti giungono da noi dopo ore di viaggio, su auto arrugginite; sono i padri e i nonni a decidere se, e quando, partire per l’ospedale. Infine, la nostra difficoltà consiste nel trovare rapidamente la cura adeguata, poiché non conosciamo le pazienti. I rischi per la salute di madre e figlio si amplificano”.

Insieme alla Dottoressa Raffaela Baiocchi, nel martoriato Paese dell’Afghanistan, sono presenti decine di donne afghane che lavorano nell’ospedale di Emergency. Le specializzande, sfidando le consuetudini patriarcali del Paese, si avviano ad una brillante carriera medica. Le ostetriche e le infermiere afghane hanno dovuto lottare, per poter lavorare fuori casa: con il loro lavoro, trasmettono un segnale di emancipazione nella società dell’Afghanistan.

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