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La funzione sociale ed economica dello spettacolo dal vivo, in particolare del teatro, è il tema dell’indagine condotta della Regione Marche in collaborazione con il Consorzio Marche Spettacolo e Aiccon.

“Si apre una nuova stagione per il mondo dello spettacolo, quello che ha sofferto di più a causa della pandemia: c’è entusiasmo, voglia di ritrovarsi e tornare a teatro”. Ha esordito così l’assessore alla Cultura della Regione Marche Giorgia Latini intervenendo alla presentazione dello studio. Con lei la presidente e la direttrice del Consorzio Marche Spettacolo, Katiuscia Cassetta e Lucia Chiatti. A illustrare il report, invece, i ricercatori Aiccon Serena Miccolis e Luca De Benedictis e Francesca Giuliani dell’Università di Urbino.

“Ripartiamo – ha aggiunto l’assessore – analizzando la situazione insieme, Regione e Consorzio. Coordinati per intraprendere il percorso migliore e dare un supporto diretto e incentivare lo spettacolo dal vivo nel connubio virtuoso tra cultura e welfare culturale, che presto vedrà uscire un bando dedicato.

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Un momento della presentazione dell’indagine

Dopo la pandemia dobbiamo riportare a teatro le persone e questo è un contributo alla crescita della comunità.

Nella regione nella quale il teatro svolge un ruolo fondamentale, è forte l’impulso a rilanciare questi luoghi magici di spettacolo, aggregazione e cultura con bandi e misure per rendere i teatri aperti e di riferimento per le comunità. Stiamo lavorando a diverse azioni che rispondono a un’unica strategia: quella di valorizzare il ruolo culturale e sociale dei teatri. La candidatura Unesco, che ci ha visto in tempi molto brevi entrare nella tentative list, è solo una di queste azioni”.

“Lo studio – hanno dichiarato Cassetta e Chiattici ha offerto l’opportunità di intraprendere un percorso di consapevolezza del valore culturale che le nostre istituzioni portano. La tradizione e le conoscenze tramandate costituiscono la nostra identità, ma rappresentano anche un trampolino di lancio per affrontare nuove sfide. Per innescare processi di innovazione e trasformazione, per rimetterci in discussione in una dimensione ecosistemica”.

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Un momento della presentazione dell’indagine

L’indagine del Consorzio Marche Spettacolo

L’indagine conoscitiva del Consorzio Marche Spettacolo è concentrata sulla capacità del comparto di generare economie e occupazione. Ma anche di valorizzare il patrimonio storico-culturale del territorio, di aprirsi alla dimensione internazionale, di stimolare la creazione di comunità. Di contribuire, quindi, al miglioramento del benessere psico-fisico del pubblico.

Rispetto a queste variabili, lo spettacolo dal vivo della regione Marche gioca un ruolo di assoluto rilievo, coinvolgendo oltre 7.500 imprese fornitrici di beni e servizi. ‘Ri-portando’ sul territorio valore pari a € 17,3 mln derivanti dal Fondo Unico Spettacolo nel triennio di riferimento. Lo spettacolo dal vivo occupa oltre 2.190 professionisti e crea un’occupazione stabile con un aumento dei contratti a tempo determinato (+8,2%). Inoltre, gestisce oltre 62 luoghi di spettacolo e arriva a realizzare, nel triennio 2017-2019, circa 100 iniziative di welfare culturale. Queste ultime svolte principalmente in residenze per anziani (20,8%), contesti di accoglienza migratoria (18,8%), carceri (17,8%) e contesti di cura per disabilità fisica o psichica (15,8%).

Le dinamiche e tendenze che hanno caratterizzato lo spettacolo dal vivo marchigiano nel biennio dell’emergenza pandemica 2020-2021 sono particolarmente interessanti. Seppur fragile, il settore ha dato prova di una grande resilienza, mettendo in campo molteplici attività online. Solo tra marzo e aprile 2020 sono state rilevate oltre 30 iniziative promosse dalle realtà marchigiane: dagli spettacoli digitali ai talk con artisti e professionisti di vari ambiti culturali, dall’engagement attraverso i social media ai reading letterari.

Queste sperimentazioni hanno aumentato il know-how digitale sia degli artisti sia degli operatori sia delle maestranze. E hanno reso possibile l’ottenimento di importanti riconoscimenti nazionali come il Premio Ubu, ricevuto da Amat nel 2021.

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