Circa 51mila cittadini italiani domenica 12 giugno 2022 saranno chiamati al voto: dovranno esprimersi su cinque referendum popolari abrogativi ai sensi dell’art. 75 della Costituzione. Tutti e cinque i referendum sono stati dichiarati ammissibili con altrettante sentenze della Corte Costituzionale. E tutti e cinque riguardano la giustizia.
Referendum popolare abrogativo: quesito n. 4
Il referendum popolare con il quesito numero 4 chiede ai cittadini di dichiarare se vogliono o meno abrogare alcune parti del decreto legislativo 27 gennaio 2006, n. 25. Il quesito riguarda la valutazione dell’operato dei magistrati. Più nello specifico, chiede agli italiani di dire se vogliono che tale valutazione venga fatta solo da altri magistrati o se possano partecipare anche avvocati e professori universitari.
Testo del quesito
Partecipazione dei membri laici a tutte le deliberazioni del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari. Abrogazione di norme in materia di composizione del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari e delle competenze dei membri laici che ne fanno parte.
“Volete voi che sia abrogato il decreto legislativo 27 gennaio 2006, n.25, recante «Istituzione del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e nuova disciplina dei consigli giudiziari, a norma dell’art.1, comma 1, lettera c) della legge 25 luglio 2005, n.150», risultante dalle modificazioni e integrazioni successivamente apportate, limitatamente alle seguenti parti: art.8, comma 1, limitatamente alle parole “esclusivamente” e “relative all’esercizio delle competenze di cui all’art.7, comma 1, lettera a)”; art.16, comma 1, limitatamente alle parole: “esclusivamente” e “relative all’esercizio delle competenze di cui all’art.15, comma 1, lettere a), d) ed e)”?”
Contenuto del quesito
In Italia, la valutazione dell’operato dei magistrati viene fatta da altri magistrati. Questo perchè il decreto del 2006 impedisce che al dibattito e alla votazione su quanto fatto da un magistrato partecipino anche i cd. componenti laici dei Consigli giudiziari. Membri laici, cioè professori universitari di materie giuridiche e avvocati, per esempio.
Nel caso nella consultazione referendaria vinca il SI’, anche avvocati e professori universitari di materie giuridiche avranno la possibilità di partecipare al dibattito sull’operato dei magistrati. Quindi potranno valutarlo e partecipare alla votazione finale.
Nel caso nella consultazione referendaria vinca il NO, la possibilità di valutare l’operato di un magistrato rimarrà appannaggio esclusivo dei suoi colleghi magistrati.
Disposizioni generali
Quando si vota
La consultazione elettorale si svolgerà nella sola giornata di domenica 12 giugno 2022. I seggi rimarranno aperti dalle ore dalle ore 7.00 alle ore 23.00. Dopo la chiusura dei seggi e dopo aver completato le operazioni di riscontro dei votanti, si procederà allo scrutinio delle schede votate.
Cosa portare
Gli elettori dovranno presentarsi al seggio muniti di tessera elettorale e documento di identificazione personale rilasciato dalla Pubblica Amministrazione. Il documento deve essere corredato di fotografia.
Come si vota
All’elettore verranno consegnate cinque schede di cinque colori diversi: una scheda per ciascun quesito referendario. In particolare, i colori delle schede sono i seguenti:
- Rosso: Referendum n. 1
- Arancio: Referendum n. 2
- Giallo: Referendum n. 3
- Grigio: Referendum n. 4
- Verde: Referendum n. 5
Il voto si esprime tracciando con la matita copiativa un segno sul riquadro corrispondente alla risposta prescelta (SI’ o NO). Il segno sulla scritta SI’ manifesta la volontà di abrogare le norme sottoposte a referendum, quello sulla scritta NO la volontà di mantenerle in vigore.
L’elettore può anche decidere di non ritirare tutte le schede, di conseguenza voterà solo quella/e ritirata/e.
Dopo aver espresso il voto, deve personalmente ripiegare le schede secondo le linee lasciate dalla precedente piegatura e provvedere ad inserirle direttamente nelle corrispondenti urne.
Validità del referendum abrogativo: il quorum
Affinchè sia valido, il referendum deve raggiungere il quorum, cioè la partecipazione alla consultazione di almeno il 50%+1 degli aventi diritto al voto. Affinchè produca l’effetto per cui è stato richiesto, cioè l’abrogazione delle norme contenute dei quesiti, il SI’ si deve raggiungere la maggioranza dei voti espressi, cioè il 50%+1. In caso contrario restano in vigore le leggi attuali.
Ulteriori informazioni possono essere reperite sul sito del Ministero dell’Interno.
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