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Il comitato Ferrovia Salaria ha chiesto ai candidati alle politiche del 25 settembre una presa di posizione sulla realizzazione della tratta che collegherebbe Ascoli Piceno a Roma.

“Per la Ferrovia dei Due Mari – risponde il senatore del Movimento 5 Stelle Giorgio Fede – il sottoscritto, insieme al presidente della commissione Lavori Pubblici del Senato Mauro Coltorti, ha ottenuto 40 milioni di euro per lo studio di fattibilità dell’opera. Una svolta importante dopo decenni di promesse elettorali. Stando al Sistema Informativo Opere Strategiche, RFI ha iniziato a lavorare a quest’opera lo scorso aprile. E concluderà entro il mese di dicembre”.

“Quando siamo arrivati al governo – spiega – la ferrovia dei Due Mari era ferma da secoli e non c’era nulla di concreto. Le cose sono cambiate dal 2018. In commissione Lavori Pubblici, io e il presidente Mauro Coltorti, abbiamo chiesto e ottenuto uno studio di fattibilità. Questo è il punto essenziale di partenza per qualsiasi opera. Con tale passaggio sarà possibile valutare come completare l’opera, soprattutto per le tratte mancanti che sono Rieti – Passo Corese e Ascoli Piceno – Antrodoco”.

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RFI (Rete Ferroviaria Italiana) ha iniziato a lavorare allo studio di fattibilità ad aprile e concluderà entro il mese di dicembre

“È stato solo grazie all’azione parlamentare del M5S – continua Fede – se c’è stato questo passo in avanti. Ritengo necessario precisarlo perché, ahimé, troppo spesso si travisano funzioni e competenze.

Infatti RFI risponde solo al Governo e al Parlamento attraverso Anas.

Noi del M5S abbiamo ottenuto il finanziamento di 40 milioni di euro che ricadrà sui territori. Dopo di che potrà esserci l’azione conseguente degli enti territoriali. Ad esempio, i comuni dovranno decidere come inserire il tracciato nei piani regolatori e come facilitare l’avanzamento dell’opera affinché non si blocchi a causa di vicende locali”.

“Seguo questa vicenda da inizio legislatura – conclude il senatore – con il collega Gabriele Lorenzoni e con il costante appoggio del Presidente Coltorti. Per rilanciare concretamente un progetto che era in stallo da oltre un secolo e che offrirebbe un futuro ai territori colpiti dal terremoto che, senza adeguate infrastrutture, non potranno considerarsi completamente ricostruite”.

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