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Un istituto di Credito Cooperativo del pesarese avrebbe raggirato più di cento clienti proponendo investimenti in diamanti. L’importo complessivo corrisposto dalle vittime sarebbe pari a circa 2,5 milioni di euro. E avrebbe fruttato all’Istituto di credito provvigioni per circa 300.000 euro. A seguito delle operazioni condotte dai militari della Guardia di Finanza della Compagnia di Fano, sono state denunciate 17 persone. I reati contestati sono di truffa aggravata, autoriciclaggio e corruzione tra privati a seconda dei diversi ruoli ricoperti.

Riportiamo il comunicato diramato dalla Guardia di Finanza.

Truffa dei diamanti: il comunicato della Guardia di Finanza

“Molti risparmiatori sono stati vittime di una frode su investimenti in diamanti. L’indagine ha avuto origine dalla presentazione di diverse querele alla procura di Pesaro ad opera di clienti di un istituto di Credito Cooperativo pesarese che lamentavano di essere stati raggirati avendo acquistato, tramite la banca di cui erano correntisti, dei diamanti, sulla base di un prefigurato fruttuoso investimento, stante le ingannevoli prospettazioni di lauti guadagni, suggerite dal medesimo istituto bancario.

Quest’ultimo, intermediario di una società che commercializza pietre preziose, avrebbe stipulato con detta società un accordo illecito, inducendo in errore centinaia di risparmiatori e clienti, in cambio di consistenti provvigioni. La società venditrice, dal canto suo, oltre a collocare i diamanti da investimento, ne avrebbe falsificato le relative quotazioni, anche a mezzo di ingannevoli annunci, pubblicati sulle pagine economiche di un giornale a tiratura nazionale.

La minuziosa attività di indagine ha consentito di individuare oltre un centinaio di clienti truffati e quantificare sia l’importo complessivo corrisposto dalle vittime per l’acquisto dei diamanti, pari a circa 2.500.000 euro, che le provvigioni incassate dall’Istituto di Credito, pari a circa 300.000 euro.

Sono state denunciate 16 persone oltre al rappresentante legale della società venditrice dei diamanti.

Questi dovranno rispondere, a seconda dei diversi ruoli e responsabilità, dei reati di truffa aggravata ex art. 640 c.p. corruzione tra privati ex art. 2635 c.c. e autoriciclaggio ex artt. 648 ter.1, 81 e 110 c.p.

Inoltre, la banca è stata deferita all’autorità giudiziaria anche per la responsabilità amministrativa degli enti per fatti dipendenti da reato, di cui al D.lgs 231/2001, poiché non avrebbe provveduto all’adozione di modelli organizzativi atti a prevenire la commissione dei reati a vantaggio o nell’interesse dell’ente medesimo. E’ importante sottolineare che l’Istituto di credito, che ha incorporato la banca coinvolta nella vicenda, ha provveduto a risarcire già il 90% dei correntisti che avevano acquistato i diamanti”.

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