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Il Presidente di Questione Natura APS Roberto Cameli interviene sulla situazione del verde urbano a San Benedetto del Tronto. E sottolinea che il rapporto fra le Amministrazioni comunali che si sono avvicendate nel tempo e la natura c’è un rapporto sbagliato. Riportiamo la nota diffusa alla stampa.

San Benedetto del Tronto e il verde urbano: la nota di “Questione Natura APS”

“E’ bene riflettere – scive Roberto Cameli sul fatto che quella di molte amministrazioni sambenedettesi non è solo una lotta con i pini cittadini e con le loro radici… ma si tratta di una storica ed immutata incapacità dell’apparato comunale di stabilire il giusto rapporto con la natura. Oggi si demonizzano i pini (preferite i pini che fanno danni o le palme… questo è il concetto che pilatescamente viene diffuso nelle riunioni). Ma in realtà tutti i tipi di piante soffrono e si difendono come possono.

San Benedetto del Tronto

Difatti la piazza Cristo Re pavimentata da pochi anni è ormai tutta da rifare per un errato rapporto tra essenze arboree, spazi a loro destinati e qualità delle pavimentazioni che ben si prestano a essere sconnesse.

Lì ci sono pini e palme e il problema viene risolto via via ponendo minuscole piante di bagolari (denominati Spaccasassi ed eliminati a Latina, Melegnano, Monza, ecc… per danni ai marciapiedi). Alberi che non contribuiscono alla creazione di masse arboree armoniche ma sono solo rimedi momentanei.

Tanto i danni verranno più in là, quando ci saranno altri consiglieri comunali e altri tecnici che attribuiranno le colpe ai predecessori.

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Però la lotta è pure con i pioppi canadesi che si fanno spazio e rompono i marciapiedi.

E però la lotta è pure con i Tamerici che ristretti e strozzati in angusti spartitraffici sul lungomare stanno sopravvivendo rompendo i marciapiedi.

Però la lotta è pure con le palme che allargandosi rompono i marciapiedi.

Insomma: siamo una città che, in perenne assenza di economie, si vede nella necessità di ricominciare daccapo di volta in volta (tempo di ritorno del danno 10 anni max).

Si rifletta  dunque su cosa è che non funziona…. non sono gli alberi.

Se necessario ci rivolgeremo alle massime autorità, come il TAR e il Consiglio di Stato, che si sono espressi recentemente riguardo l’abbattimento di alberi: non si tagliano più alberi senza validi e comprovati motivi.

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Consiglio di Stato: sentenza n. 9178/2022

Il Consiglio di Stato, con sentenza n. 9178/2022, segna una tappa storica nella tutela e salvaguardia degli alberi in generale. Il massimo organo di giustizia amministrativa nel nostro Paese, infatti, evidenzia come sia fondamentale una seria motivazione per l’abbattimento di un albero. Motivazione legata a effettive problematiche fitosanitarie e di stabilità dell’esemplare che siano ampiamente documentate da una serie di perizie tecniche strumentali. Dunque non solo attraverso la valutazione visiva.
Si tratta, quindi, di un provvedimento molto importante nella gestione del verde urbano. Evita, infatti, l’abbattimento di un albero in piena salute se non si ha la certezza scientifica dell’esistenza di un rischio potenziale per la pubblica incolumità.  

TAR Abruzzo: sentenza n. 105/2022

Lo stesso principio è stato adottato dal TAR Abruzzo che con sentenza n. 105/2022 ha accolto un ricorso presentato dalla Regione. Tale ricorso, supportato dall’intervento del Wwf Italia e di altre associazioni, era contro l’abbattimento di ben 560 alberi per motivi legati alla sicurezza stradale. Il TAR ha infatti evidenziato che tali provvedimenti devono tenere conto del principio di proporzionalità che «Non tollera presunzioni di pericolosità di un bene da preservare (in specie il patrimonio arboreo) del quale ammette il sacrificio solo se è provato che esso sia inesorabilmente incompatibile con altri beni di rango pari o superiore (la sicurezza stradale)”.

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