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Durante gli scavi archeologici a Yavne, in Israele, è stato trovato un proiettile da fionda di piombo con l’iscrizione “Vittoria di Eracle e Hauronas”. Della straordinaria scoperta, realizzata dall’Israel Antiquities Authority, riferisce The Times of Israel. Secondo quest’ultimo, l’Israel Antiquities Authority, ha comunicato che il proiettile è stato rinvenuto circa un anno fa e viene studiato da allora.

Foto di copertina: i nomi degli dei Eracle e Hauron incisi sul proiettile di piombo, (credits: Dafna Gazit/Israel Antiquities Authority).

Vittoria di Eracle e Hauronas

Il proiettile rinvenuto a Yavne ha una lunghezza di circa 4,4 cm ed era utilizzato per le fionde. Il messaggio inciso doveva servire da un lato a garantire la vittoria in battaglia, dall’altro a minacciare il nemico. Quello inciso, insomma, era una sorta di ‘messaggio magico’ con una doppia funzione. Innanzitutto quella di invocare una protezione divina (alquanto potente, in questo caso), poi quella di mettere in atto una forma di ‘guerra psicologica’.

Secondo gli studiosi, il proiettile era di un soldato greco e sarebbe stato utilizzato nella guerra contro gli Asmonei durante il periodo ellenistico. L’incisione è stata decifrata dalla professoressa Yulia Ustinova dell’Università Ben-Gurion del Negev.

“Gli dei Hauron ed Eracle – spiega la prof.ssa Ustinova – erano considerati i divini patroni di Yavne durante il periodo ellenistico. In realtà, l’iscrizione su un proiettile da fionda è la prima prova archeologica della dedica ai due guardiani di Yavne scoperta all’interno di Yavne stessa. Fino ad oggi, la coppia era conosciuta solo da un’iscrizione rinvenuta sull’isola greca di Delos”.

“I proiettili da fionda di piombo – ha dichiarato Eli Escusido, direttore della Israel Antiquities Authority sono conosciuti nel mondo antico a partire dal V secolo a.C. Tuttavia in Israele sono stati trovati pochi proiettili con iscrizioni. Le iscrizioni tavevavo lo scopo di trasmettere un messaggio di unificazione dei guerrieri, avevano il fine di sollevare il loro morale e di spaventare il nemico. Si può solo immaginare cosa pensasse e provasse quel guerriero che impugnava il proiettile della fionda 2.200 anni fa, mentre si aggrappava alla speranza della salvezza divina”.

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