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“San Severino Marche città d’arte e di cultura – commenta il sindaco Rosa Piermattei – si è riappropriata di un qualcosa che le appartiene”.

Arte: il Sant’Antonio recuperato

Non è la semplice restituzione di un’opera d’arte, trafugata dalla sua collocazione originaria nel lontano 2006, ma la riconsegna alla comunità di Castel San Pietro di un pezzo della sua storia.

E’ proprio questo il significato del recupero, da parte dei Carabinieri, del dipinto su tela raffigurante Sant’Antonio Abate davanti al corpo di San Paolo primo eremita. Il quadro, proveniente dalla chiesa di Sant’Antonio, era finito prima nelle mani di un privato, poi era stato consegnato a un laboratorio per un restauro mai avvenuto. Il privato, considerato responsabile della tentata ricettazione di beni culturali, è stato denunciato all’autorità giudiziaria. E la storia ha avuto un lieto fine, seppure a diciassette anni di distanza dal furto.

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Sant’Antonio Abate davanti al corpo di San Paolo primo eremita

I Carabinieri hanno riconsegnato la tela nel corso di una breve ma intensa cerimonia nell’aula conferenze del museo MARec. Erano presenti, tra gli altri, l’arcivescovo di Camerino – San Severino Marche mons. Francesco Massara, il sindaco Rosa Piermattei, la direttire del MARec Barbara Mastrocola, il comandante della stazione Carabinieri di San Severino Marche luogotenente Massimiliano Lucarelli, il comandante della Compagnia Carabinieri di Tolentino maggiore Giulia Maggi, e il comandante del Nucleo tutela patrimonio culturale dell’Arma dei Carabinieri di Ancona maggiore Mattia Ivano Losciale.

Sant’Antonio Abate davanti al corpo di San Paolo primo eremita

Alla cerimonia di riconsegna è intervenuto anche lo storico dell’arte Matteo Mazzalupi. Quest’ultimo ha spiegato che la tela, pur non essendo il lavoro di uno dei maggiori pittori settempedani, è comunque un’opera interessante della metà del Seicento. Interessante, in particolare, per la lettura iconografica con un San Paolo primo eremita al centro della scena.

Il quadro al momento resterà nelle sale del MARec. “Un museo dell’arte ritrovata e recuperata – ha spiegato l’arcivescovo Massara – come in questo caso. Un museo di passaggio”. La tela tornerà a casa, nella chiesina di Sant’Antonio a Castel San Pietro, non appena questa sarà recuperata dopo il terremoto.

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