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Al via Logos Infinito Volume 2 al Museo Civico di Recanati, Villa Colloredo Mels: secondo capitolo dell’intero progetto artistico contemporaneo sul linguaggio leopardiano.

Logos Infinito

Logos Infinito parte dalla figura di Giacomo Leopardi e dalla sua eredità universale. L’obiettivo è indagare il Linguaggio come ragione filosofica di un processo artistico che esprime nuovi sguardi etici sul presente. La poesia più nota di Leopardi, L’Infinito, traccia la struttura ideale su cui regolare la trama del progetto. Frasi o parole diventano la griglia d’ingaggio degli interventi artistici, dove la scomposizione del testo ricompone la psicogeografia di Recanati. Disegnando, così, una planimetria d’interventi sulla misura ideale degli spazi individuati: molteplici espressioni visuali che utilizzano il Testo nella sua estensione polisemica e trasversale.

Nel primo capitolo di Logos Infinito, inaugurato nel dicembre scorso, erano sei gli artisti selezionati per la realizzazione dei vari interventi: Sveva Angeletti. Matteo Attruia, Donato Dozzy, Sara Leghissa, Manu Invisible e Numero Cromatico. I siti interessati erano quattro, ovvero tutte le strutture che compongono il circuito museale civico “Infinito Recanati”: Museo Civico Villa Colloredo Mels, MUM – Museo della Musica, Torre del Borgo, Chiesa di San Pietrino. 

logos infinito

Instadram di Giulio Marchetti

Logos Infinito Volume 2

“Siamo lieti – dichiara il sindaco Antonio Bravidi presentare il secondo capitolo del progetto di arte contemporanea Logos Infinito. Capitolo che vede aggiungere alla mostra originaria l’esposizione  delle opere di tre nuovi artisti Roberto Giacomucci, Giulio Marchetti e Mario Ricci.  Un ampliamento della mostra d’ arte contemporanea che propone nuovi spunti di riflessione attraverso un dialogo con i nostri patrimoni artistici presenti al Museo Civico di Villa Colloredo Mels”.

“In questa mostra – aggiunge il curatore Gianluca  Marziani le opere di Roberto Giacomucci, Giulio Marchetti e Mario Ricci entrano in radiosa sintonia con l’apparato teorico del progetto e con le grandi opere storiche già presenti nel Museo. Tra tutti, spicca l’allestimento che ho realizzato con un quadro di Mario Ricci posto di fronte alla Trasfigurazione di Lorenzo Lotto, un dialogo tra un’idea di pittura contemporanea rarefatta asciuttissima basata su un’apparenza di una parola e l’esplosione rinascimentale del colore della struttura iconografica dei temi narrativi di Lorenzo Lotto”.

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