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La mancanza di manodopera continua a rappresentare uno dei principali freni per lo sviluppo delle economie locali. La difficoltà di reperimento del personale sta ormai diventando un problema serio. Problema che si scontra con l’opposto desiderio delle imprese di assumere, con evidenti rallentamenti e perdite rilevanti sotto il profilo dello sviluppo.

Il convegno di Confartigianato

Quelle accennate sono alcune riflessioni emerse durante il convegno sui trend del lavoro promosso da Confartigianato Imprese Marche, con Confartigianato Imprese Macerata-Ascoli Piceno-Fermo.

Il fattore critico dalla difficoltà di reperimento del personale a settembre 2023 si attesta nelle Marche al 54,9% (47,6% in Italia). Fenomeno particolarmente aggravato nella provincia di Fermo (57,7%), Macerata (56,4%) ed Ascoli Piceno (55,5%). Dati che crescono in un anno di ben 10,6 punti percentuali ad Ascoli Piceno, di 8 a Fermo e di 7,8 a Macerata.

Il riferimento stride rispetto all’aumento delle previsioni di assunzione nel trimestre settembre-novembre 2023 che annunciano a Macerata un +2,9%, a Fermo un +2,4% e ad Ascoli Piceno un +0,6%. Una situazione che potrebbe di nuovo rallentare il mercato lavoro, visto che al secondo trimestre 2023 nelle Marche l’occupazione segnava una crescita dell’1,1% su base annua, trainata dal +7,8% delle costruzioni e dal +2,8% del manifatturiero.

L’analisi dei vertici locali di Confartigianato

“Dopo la pandemia – scrivono Enzo Mengoni e Giorgio Menichelli, presidente e segretario di Confartigianato Imprese Macerata, Ascoli Piceno, Fermosono cambiati gli schemi del mondo del lavoro. Ma anche le aspettative dei lavoratori. Siamo in allarme soprattutto per quel che riguarda l’occupazione giovanile, tenendo conto che nel pre-covid l’incidenza dei NEET (giovani che non studiano, non lavorano e non ricercano lavoro e formazione) nella fascia 15-29 anni era pari al 15,4%. Inoltre, tra il 2019 e il 2023 la crisi demografica registra un calo della popolazione tra i 15 e i 34 anni del -4,9% nel fermano, del -4,8% nell’ascolano e del -4% nel maceratese”.

Secondo Mengoni e Menichelli è importante quindi ripartire dalla formazione giovanile. “Perché altrimenti – scrivono – rischiamo di giocarci un’intera generazione. C’è intanto una certezza, cioè che circa due terzi della domanda delle imprese si rivolge a giovani con in possesso un diploma di istituto tecnico e professionale. Bisogna, allora, far capir agli studenti l’importanza di un’occupazione in mestieri dalle forti possibilità economiche, chiedendo una maggiore predisposizione all’ingresso in azienda. Le imprese, dal canto loro, devono sicuramente essere più vicine alle aspettative dei giovani, che sono con il tempo cambiate. La comunicazione è allora fondamentale per trasmettere quei valori insiti nel mondo dell’artigianato”.

Confartigianato Imprese Macerata, Ascoli Piceno, Fermo: le proposte

Mengoni e Menichelli elencano alcune azioni utili ad avvicinare i giovani alle imprese, invertendo quindi la rotta.

1. Aumentare la qualità degli apprendimenti e le competenze, sfruttando strumenti utili per avvicinare i giovani al lavoro. Poichè c’è un ritardo da parte della preparazione del loro futuro rispetto ad altri Paesi europei.

2. Coordinare i soggetti pubblici e privati che gravitano nel mondo del lavoro (sportelli, servizi informativi e di orientamento, enti di formazione…) per studiare strategie capaci di far incontrare domanda e offerta.  

3. Accorciare il divario che esiste tra formazione scolastica e reali necessità imprenditoriali.

4. Avviare già in età scolastica seri percorsi formativi esperienziali e di affiancamento all’interno delle imprese.

5. Prevenire la dispersione scolastica potenziando le azioni coordinate.

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