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La Filt Cgil è preoccupata per le prospettive del settore dei trasporti nelle Marche, a partire dall’azienda più grande di trasporto pubblico regionale, Conerobus. Quest’ultima ha annunciato una riduzione di capitale passando da 12 a 5 milioni di euro.

Filt Cgil sui trasporti nelle Marche

La Filt Cgil ritiene che la sottocapitalizzazione della Conerobus indebolisca sia i soci sia la società mettendola a rischio sul mercato, anche in previsione della gara che sarebbe prevista nel 2026. Considerando che i trasferimenti dallo Stato per le società di TPL marchigiane mantengono la stessa percentuale (2,13%), le Marche rimangono il fanalino di coda delle regioni per il riparto di tale fondo.

“Per quanto riguarda i ristori – scrive la Filt Cgil in una nota – per l’incremento del costo dei carburanti e i mancati ricavi da traffico, si trattava di risorse pregresse già stanziate ma non ancora assegnate dai precedenti governi. La realtà resta, al di là dei proclami, complicata. Manca il personale per garantire i servizi e gli autisti a tempo determinato non verranno assunti per coprire i pensionamenti e i posti vacanti. Tutto ciò mette a rischio la rete di servizi urbani ed extraurbani , caricando i lavoratori impegnati nei servizi di ore aggiuntive oltre il proprio orario e turni di riposo rimandati. Per recuperare i ricavi da traffico, l’azienda pensa di esternalizzare il servizio delle verifiche, anziché assumere personale. Il sindacato non ha contezza di quello che si intende fare nel nuovo piano industriale.

Aeroporto

La Filt Cgil, dopo le esternazioni dell’amministratore delegato di Aeroitalia sull’abbandono dei voli di continuità, smorza i recenti trionfalismi. “Aeroitalia – si legge nella nota – è stato l’unico vettore a partecipare al bando per voli su Roma, Milano e Napoli, previsti prima a maggio, poi a luglio infine partiti ad ottobre 2023. Preoccupa il silenzio di ATIM in una vicenda che sollecita un quesito: cosa si pensa di fare dopo l’uscita di Aeroitalia? La Filt, con gli altri sindacati, ha chiesto un incontro con il Governatore per avere rassicurazioni sul futuro dello scalo e sui voli di continuità.

Purtroppo ad oggi, al di là dei molti impegni istituzionali comprensibili, non ci è stata formalizzata alcuna convocazione, almeno con l’assessore delegato. Da sottolineare: il rammarico del nostro Presidente sul fatto che l’aeroporto non sia più pubblico, fa ricordare che il Sanzio esce da un concordato preventivo per le scelte scellerate che negli anni sono state fatte sulla pelle dei lavoratori.

Al di là dei colori politici.

Occorrono politiche di investimento serie per rilanciare le infrastrutture della regione e per sostenere il piano industriale della società Njord, anche attraverso il riacquisto di quote di capitale sociale che inizialmente prevedevano una percentuale dell’ 80% anziché il 92%. Si deve puntare sul cargo che, con il nuovo sito di Amazon, potrebbe rilanciare lo scalo. Ricordando che i voli di continuità sono stati concessi perché la regione è stata definita dall’ Europa in transizione e a fallimento tecnico di mercato”.

Porto

Il sindacato è preoccupato del calo di traffico delle merci al porto di Ancona, calo pari al 14,5 % rispetto al 2022. E quello di Ancona è il porto core dell’Autorità di Sistema Portuale del Medio Adriatico Centrale.

“Gli investimenti importanti messi in campo da AsdP – scrive Filt Cgil – fanno sperare in un 2024 che possa competere con i porti vicini che già hanno fatto gli investimenti e rubano fette di mercato acquisendo nuovi traffici. La Zona Economica Speciale che potrebbe rilanciare il nostro territorio è purtroppo ferma alle promesse elettorali.

Le banchine sono le infrastrutture più importanti e bisogna velocizzare la loro messa in sicurezza e sistemazione così come i dragaggi. Ciò consentirebbe di essere più competitivi e di intercettare i nuovi mercati dovuti alla mutamento della situazione geopolitica. La Filt è preoccupata delle modifiche che si vogliono apportare alla legge 84/94. Ma anche del fatto che, nella legge di bilancio, non ci sono risorse per sostenere il lavoro temporaneo nei porti. Preoccupa anche la modifica alla normativa sugli appalti pubblici: tutte modifiche che, se non controllate, faranno ridurre diritti e salari.”

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