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ASCOLI PICENO – “Senza crescita avremo problemi sociali drammatici. Dobbiamo mettercela tutta”. Ha esordito così il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, nel suo intervento all’assemblea dei soci dell’associazione di Ascoli Piceno. Squinzi ha infatti partecipato all’incontro “Il seme della ripresa”, che si è tenuto presso il teatro Ventidio Basso. Sul palco, insieme a lui, Guido Castelli, sindaco di Ascoli, Piero Celani, presidente della Provincia, Nando Ottavi, presidente Confindustria Marche, Bruno Bucciarelli, presidente Confindustria di Ascoli Piceno. 

 

CASTELLI – Il primo cittadino si è detto preoccupato del momento storico attuale, “se da una parte si rende indispensabile chiedere una rivisitazione delle spese alle amministrazioni o il taglio delle risorse economiche nell’ottica di contribuire al risanamento del debito pubblico, dall’altra non è corretto utilizzare il risparmio ottenuto per sanare le lacune generate da altri comparti”, ha dichiarato Castelli. “Parlo non solo come amministratore di questa città, ma anche come delegato Anci alla finanza locale. In questo contesto di tagli si aggiunge l’invecchiamento della macchina burocratica generata dalle nuove norme sul pensionamento e dall’impossibilità di arruolare le menti giovani da impiegare in un contesto locale dove le idee e l’innovazione possono veramente rappresentare la via d’uscita. Anche nel welfare troviamo difficoltà. Basti pensare che anche qualora un Comune riesca a trovare soluzioni, affidando a personale qualificato l’assistenza di malati, pattuendo anche contributi modici rispetto alla qualità ed all’utilità dell’attività svolta, sono poi le tasse ad uccidere il compenso finale che arriverà nelle tasche del lavoratore”, ha continuato il sindaco.

OTTAVI – “Abbiamo bisogno di una ripresa che stenta a venire. Viviamo difficoltà enormi da quattro anni, la fine del tunnel non si vede, la stima nazionale della riduzione del Pil è del -2,4% e non c’è nessuna prospettiva per il 2013. Le Marche sono una Regione manifatturiera fatta di piccole e medie imprese che hanno resistito per i primi due anni ma oggi vivono una difficoltà enorme. Unico dato positivo, le esportazioni sono cresciute nell’ultimo semestre del 6,4%. Sono ancora poche le aziende che esportano a causa delle difficoltà di accesso al credito e di una scarsa liquidità. Non si può fare esportazione senza investire per innovare prodotti, processi e strutture di servizio e commerciali. Servono semplificazione e collaborazione tra impresa e pubblico e interventi strutturali. Insostenibili, infine, il peso fiscale e il costo di servizi legato all’energia elettrica e ai carburanti”.

L’INTERVENTO DI SQUINZI – “Monti ci ripete che non ci sono risorse disponibili sugli investimenti. Credo che dobbiamo concentrarci su pochi punti: investire di più in ricerca e innovazione, ma il Governo deve darci qualche segnale preciso in questa direzione. L’altro punto sono gli investimenti sulle infrastrutture, non solo materiali, ma anche immateriali, come la digitalizzazione del Paese. Investimenti che si possono fare anche con project financing e partnership pubblico-private”.

RINUNCIA AGLI INCENTIVI – “Come sistema delle imprese siamo pronti a rinunciare a tutti gli incentivi, anche perché a fronte di 34 miliardi di euro individuati, di incentivi alle imprese manifatturiere in Confindustria ne arrivano 2,7 mld. Possiamo tranquillamente rinunciarci se avremo una riduzione consistente del carico delle imposte sulle imprese, i lavoratori, i cittadini. Bisogna limitare i costi della pubblica amministrazione e portare avanti la spending review a tutto campo con più determinazione rispetto a quanto è stato fatto fino a oggi”.

COMPETITIVITÀ – “Speriamo di essere capaci di coagulare una proposta da poter presentare al Governo e che poi il Governo possa con questo portare una proposta concreta e positiva ai vertici dell’Europa il 18. Abbiamo perso 20 punti in competitività negli ultimi 15-20 anni. L’obiettivo verso il quale Confindustria spingerà è quello di recuperare almeno 10 punti di perdita della competitività”. Squinzi è convinto che “si può fare, ma abbiamo bisogno che tutti facciano la loro parte. Mi conforta il fatto che nei colloqui individuali con vari esponenti, rappresentanze di lavoratori e parti datoriali, tutti hanno preso coscienza della drammaticità di questo momento e credo che si possa fare qualcosa tutti assieme che vada nella direzione giusta. Lo slogan che il presidente ha ripetuto è “mai smettere di pedalare”.

PATTO DI PRODUTTIVITÀ – Riguardo a questa ipotesi, “Ci stiamo lavorando, speriamo di essere capaci di coagulare una proposta. Monti ci ha chiesto di trovare un accordo comune per un miglioramento; abbiamo svolto due settimane di lavoro con le altre parti datoriali, Abi, Rete Impresa Italia, Alleanza cooperative, abbiamo messo assieme le proposte e ora ci confronteremo con le organizzazioni che rappresentano i lavoratori”.

RIPRESA – “Penso che nel 2014 potremo avere una ripresa e io mi fisso come obiettivo quello di rivedere una crescita nel 2015. Tutto questo sarà possibile solo se il nostro Paese rimetterà al centro l’impresa manifatturiera e tutto quello che gli ruota. Non ho una visione negativa sul futuro ma una visione pragmatica, realistica. Quest’anno il Centro studi di Confindustria ci dà un calo del Pil del 2,4%. Per l’anno prossimo le proiezioni indicano un rallentamento del calo, ma comunque un -0,5/-0,6%, con un’inversione di tendenza negli ultimi mesi del 2013. Siamo un Paese che non ha materie prime, che ha costi energetici fuori controllo, che ha costi del lavoro effettivamente alti, un carico fiscale alto, un sistema infrastrutturale che ha accumulato parecchi ritardi. L’unica cosa che noi ci possiamo giocare è la materia grigia che c’è nella testa degli italiani, degli imprenditori e nei loro collaboratori. La possiamo utilizzare rendendo più competitive le nostre imprese”.