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Due sorelle, due creative, una passione, una radice. Ecco l’anima dello Spazio Insieme, un palazzetto storico a due passi da Piazza del Popolo, che r-accoglie uno show-room di design affermato, autoproduzioni artistiche, artigianato, un contenitore di scambi e collaborazioni, una galleria, un luogo di eventi. E proprio con loro, Annalaura e Chicca, facciamo due chiacchiere per capire meglio tutto quello che questo progetto racchiude.

Cos’è Spazio Insieme? “E’ un luogo in cui arte e vita si fondono con l’obiettivo di offrire stimoli e suggestioni a questa città. INSIEME è un nome tipico degli anni Settanta e quando è stato scelto stava a simboleggiare insieme di cose, oggi diventa insieme di persone, di progetti, di idee”.

Due sorelle. Quanto conta il legame di sangue in termini di riuscita del progetto e te lo chiedo perché per me quello con la mia è irrinunciabile in termini di confronto, supporto e forza? “E’ fondamentale perché nel nostro caso l’esser sorelle coincide con una radice culturale comune, un sentire comune in termini di sensibilità, obiettivi comuni; c’è una conoscenza profonda dei pregi e dei difetti l’una dell’altra e il più delle volte si compensano. E’ un vantaggio assolutamente, se il legame c’è ed è forte. A volte noi lo diamo per scontato ma spesso il legame fraterno non corrisponde ad un’intensità di rapporto, non tutti i fratelli sono amici, complici o affini”.

Design d’autore, da dove nasce la passione per gli oggetti d’arredo? “Facile, questa passione nasce da nostra madre, la signora Giulia, architetto di interni e scenografa. Pioniera del centro storico, nel 1978 apre lo studio in largo Cataldi e non trovando ad Ascoli i pezzi che desiderava proporre ha iniziato a cercarle nel mondo dell’artigianato artistico -“artigianato delle comuni” a quei tempi- e questa ricerca continua faceva sì che a casa nostra fosse sempre piena di artisti, alcuni oggi designer di spicco come Paola Lenti e Giulio Pezzini, per citarne un paio. Il negozio dunque ha preso vita dalla necessità di “servire” alcune scelte progettuali: di famiglia, non nasciamo come commercianti, ma come progettisti, che hanno fatto parte del boom del design negli anni Novanta. Oggi guardandoci intorno sentiamo l’esigenza di riportare nel nostro spazio delle autoproduzioni per evitare standardizzazione. Da qui la creazione di “Manodopera”, biennale dove riuniamo tutti gli artisti artigiani che identifichiamo in linea con il nostro gusto e il nostro intento, e l’impegno di alimentarla. 

Commercio e arte, commistione audace… “Audace e non semplice. Da un lato rischio di cadere nella mercificazione dell’arte, dall’altro quello di rimanere astratti e non concretizzare. La sfida è riuscire a fidarsi del proprio istinto e della propria passione scegliendo solo cose che ci piacciono e ci convincono”.

Progetti per presente? “Trasformare questo posto in uno spazio condiviso, ufficializzando quello che da anni già facciamo, come collaborare con diverse realtà creative e professionali, attivare coworking, essendo già contenitore di professionisti e associazioni culturali. L’area show-room sempre più ricca di “pr-oggetti” autoprodotti con una propria storia. Lo spazio eventi, già partito con Food Gallery, avrà una con programmazione più a regime. E, ancora, vogliamo puntare, sulla valorizzazione del Decumano Massimo, renderlo fruibile al pubblico“.

Rapporto con la città? “Decisamente positivo. Tornare per entrambe è stata una scelta, e questo ci aiuta a non cadere nella trappola della lamentela. Abbiamo clienti ascolani, ma il nostro pubblico è molto più ampio: dall’Abruzzo, al Lazio, all’Umbria, ma anche l’estero tra turismo, persone che vivono fuori ma hanno radici qui e persone che scelgono questa terra, come dimora estiva o per il resto della loro vita”.

Qualche suggerimento per Natale? “Beh, sicuramente l’attenzione è sui prodotti di Manodopera che in questa fase ospita: “Pensieri Imbottiti” di Maria Grazia Fioravanti, “China su neve” di Francesca Mariani, “How Bags” di Annalaura Petrucci e artigianato italiano selezionato dalla signora Giulia -di cui sopra- in persona. Poi c’è Gomitolo Rosa se vuoi fare beneficenza oltre ai complementi d’arredo Kartell e Kube Design. Regali utili, belli e, nel caso dei “pr-oggetti” Manodopera, davvero unici. Rivolgiamo a tutti, nessuno escluso, l’invito a creare una rete, a collaborare, a non scoraggiarsi”.