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Non serve andare lontano per perdersi in un altro mondo: il modo per viaggiare con la fantasia può essere a portata di mano. Se vi capiterà di passare vicino al Ventidio Basso, ad Ascoli Piceno, ne troverete uno perfetto, delizioso e creativo: La Casetta di Marzapane Bijoux, in via del teatro 1. Entrando in questo piccolo negozietto, vi troverete subito avvolti da un’atmosfera di fiaba: Biancaneve, Cenerentola, Raperonzolo e molte altre protagoniste della nostra infanzia vi sorrideranno raffigurate in un paio di orecchini, in ciondoli per collane o per bracciali.

Ma non solo: potrete imbattervi anche in tazze da tè e teiere, biscottini e cupcakes, gabbiette per uccelli o carrozze fatate… il tutto sottoforma di gioielli e di bijoux. A trasformare in realtà tutto questo ci pensa la bravura e la maestria delle sorelle Ferri: Anna Maria, Claudia e Stefania sono tre splendide artigiane, capaci di dar vita ai sogni e ai desideri delle loro clienti. Perché se c’è una cosa che hanno capito, in questi anni di attività, è che “alle persone piace sognare… davvero tanto”. Dal loro laboratorio, dunque, ecco uscire creazioni per chi vuole ancora perdersi in ricordi di fiaba, o anche per chi solo vuole esprimere quel briciolo di romanticismo che, dopo tutto, è in fondo ad ogni donna. Abbiamo incontrato due delle sorelle Ferri, Anna Maria e Claudia, nel loro negozio-laboratorio, per parlare della loro attività.

Dall’inizio: qual è stata la vostra formazione, i vostri primi passi?
Anna Maria: “Tutte e tre abbiamo compiuto studi artistici. Io ho fatto anche un corso di oreficeria artistica e ho iniziato a lavorare a San Benedetto. Ho poi insegnato alle mie sorelle come fare i gioielli, e tre anni fa abbiamo iniziato l’attività nel privato della nostra casa. Avevamo un laboratorio nel nostro appartamento a Monticelli, e vendevamo le nostre creazioni online. Abbiamo avuto sempre più richieste, così da portarci ad aprire il negozio un anno e mezzo fa”.
Claudia: “Lo abbiamo aperto anche per il tipo di lavoro che facciamo, per il quale il contatto con i clienti è un passaggio inevitabile. Ma all’inizio abbiamo lavorato molto online, e continuiamo ancora tramite la nostra pagina Facebook e il nostro blog“.

Perché avete scelto il mondo dei gioielli, dei bijoux?
A. M.: “Questa è una passione che c’è sempre stata in casa nostra. Abbiamo sempre avuto tanti gioielli, tante piccole creazioni artistiche. È qualcosa che ci appartiene da sempre”.

Ognuna di voi ha uno specifico compito?
C.: “Beh, ognuna di noi ci mette del suo. Ad esempio io mi occupo di miscelare i colori, avendo lavorato da un tipografo. Invece Stefania, che è stata nel commercio, si occupa molto del rapporto con la clientela”.

Da dove prendete spunto per le vostre creazioni?
A. M.: “Lavoriamo molto sul personalizzato. Cerchiamo di realizzare le richieste delle nostre clienti. Poi ovviamente aggiungiamo qualcosa di nostro: in ogni pezzo c’è qualcosa di tutte e tre”.

Potete descrivere come lavorate un modello: quanto tempo occorre, i materiali, la tecnica di lavorazione…?
A. M.: “Ormai sono tre anni che portiamo avanti una ricerca di materiali per trovare quelli giusti per le nostre esigenze. Abbiamo cercato di riconvertire i materiali sintetici in veri oggetti d’arte”.
C.: “Il nostro è un lavoro di precisione, e quindi molto lungo. La colorazione, la smaltatura, la decorazione… ci vuole molta pratica. E spesso dobbiamo andare avanti per tentativi. Ad esempio, dovevo ottenere una precisa tonalità di viola per una cliente: ce l’ho fatta al quarto tentativo”.

Quanto è difficile avere a che fare con un’attività del genere (specie in questi tempi)?
A. M.: “A volte è un sacrificio: non conosci orari…”
C.: “… o giorni di festa”.
A. M.: “Però abbiamo visto come, nonostante la crisi, il settore femminile vada abbastanza bene. Specie se si parla di cifre non importanti: è difficile che una donna rinunci a piccoli sfizi, soprattutto se si tratta di creazioni come le nostre, che arricchiscono (spendendo poco) anche l’abito di sempre. Spesso le nostre clienti vogliono oggetti specifici con dei colori particolari da abbinare ai vestiti, soprattutto se sono per cerimonie, come matrimoni o lauree”.
C.: “E poi abbiamo notato come la gente cerchi un ritorno all’artigianato abbandonando le “cineserie”. Le persone verso il nostro lavoro si sono sempre mostrate curiose: all’inizio venivano qui solo per dare un’occhiata, poi piano piano si sono proprio affezionate, e passano di continuo, anche solo a vedere come sta andando”.

Quindi siete soddisfatte dell’accoglienza che avete avuto qui?
A. M.: “Assolutamente sì! Ormai con i clienti c’è un rapporto familiare”.
C.: “Ci teniamo molto ad avere con loro un rapporto umano. Al giorno d’oggi siamo sempre di fretta, scostanti l’uno con l’altro… non volevamo qualcosa del genere”.
A. M.: “Magari non siamo proprio soddisfatte della posizione: la via dove ci troviamo non è molto in vista, ma piuttosto nascosta… Non sembra neanche di essere al centro”!

Ad agosto vi siete trasferite per un mese a Montegallo. Com’è stata quell’esperienza?
C.: “Bellissima! Abbiamo trasferito tutto il laboratorio in una zona d’esposizione più grande di questa. Tutti hanno apprezzato il nostro lavoro, anche persone più anziane. Sicuramente lo rifaremo”!
A. M.: “È anche un modo per stare più vicino ai nostri genitori. E poi d’estate fa davvero caldo, e quindi, su idea di Stefania, ce ne siamo andate a Balzo. Quest’anno poi è stato particolarmente frequentato, quindi abbiamo avuto a che fare con molte persone. Un’esperienza davvero bella”!

Attraverso il vostro sito riuscite a vendere le vostre creazioni anche al di fuori di Ascoli?
A. M.: “Con internet possiamo avere contatti con tutto il mondo, e ci riusciamo. I nostri gioielli ormai sono arrivati un po’ ovunque. Anche dall’estero riceviamo delle richieste e delle commissioni per le nostre creazioni: le persone vedono le foto sul blog o sulla fanpage e ci chiedono i modelli che le colpiscono”.
C.: “Ad esempio, i nostri orecchini a forma di pavone sembra che abbiano conquistato New York: ne abbiamo inviati diversi”.

Progetti per il futuro?
C.: “Per ora diciamo solo che vorremmo trasferire il nostro negozio in un’altra zona, più trafficata e più sicura. Per il resto… vedremo”!

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