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ASCOLI PICENO – “La Regione chiede con forza un ripensamento sulla chiusura del sito produttivo (latte fresco) di Ascoli, dal quale deriverebbe una penalizzazione per la realtà produttiva del territorio ascolano-fermano e del Nord dell’Abruzzo“. Con queste prerogative l’assessore regionale all’Agricoltura Maura Malaspina si rivolge al tavolo tecnico con i rappresentanti Cooperlat, proponendo la messa a disposizione di linee di finanziamento del prossimo periodo di programmazione nell’ambito del piano di sviluppo rurale.

“Concordiamo con la società cooperativa sulla necessità di perseguire strategie di marketing più moderne e competitive, per conservare l’azienda più sana possibile, in un mercato che oggi considera il latte come un prodotto con margini di utile ridottissimi e soggetto a tensioni di prezzo che penalizzano spesso le scelte di qualità. – continua l’assessore – Quello che interessa alla Regione Marche, però, oltre le strategie interne di Cooperlat, sono le prospettive per il territorio e il mantenimento dei posti di lavoro, la salvaguardia dei produttori zootecnici, il sistema della cooperazione marchigiana e la valorizzazione delle filiera di qualità”.

Per il sindaco ascolano Guido Castelli tutt’altro che incoraggianti le parole del presidente della Cooperlat Baietta a margine del tavolo tecnico . “Non ha prodotto numeri e cifre del piano industriale che dovrebbero giustificare la cancellazione della centrale del latte di Ascoli mentre, al contrario, sembra aver ammesso che la nostra azienda produce utili e marginalità positive. – avanza Castelli – Stiamo vivendo una situazione surreale, si sta procurando una sorta di eutanasia di uno dei presidi più prestigiosi della green economy del nostro territorio per svendere i nostri mercati a produttori del Nord”. Proprio sulla questione si sofferma l’esponente regionale per auspicare una revisione del piano che coinvolga maggiormente le cooperative ascolane nella governance e nelle scelte strategiche, alla luce delle proposte poste sul tavolo.

“La richiesta avanzata dalla Regione alla Cooperlat di dire ai consumatori dove viene munto il latte che bevono è un passo importante per rilanciare la filiera marchigiana e dare garanzie agli allevatori. – esprime il presidente Giannalberto Luzi di Coldiretti Marche – La valorizzazione del latte marchigiano e italiano deve essere un elemento discriminante al momento dell’assegnazione di fondi del Piano di Sviluppo Rurale, ma serve anche un vero piano industriale, che spieghi quali sono le strategie di sviluppo a lungo termine e a tale scopo proponiamo la costituzione di un tavolo attorno al quale possano sedersi tutte le parti in causa, a cominciare dagli allevatori“.

Insomma, è già avviato il nuovo piano di programmazione in cui la Regione Marche prevede la riconferma degli interventi sulla trasformazione e commercializzazione dei prodotti agroalimentari e di ammodernamento delle aziende agricole, con riguardo per il settore latte bovino; con il temine del regime delle quote latte a marzo 2015, inoltre, potranno essere avviate nuove attività di allevamento, con il coinvolgimento di giovani allevatori, assistenza tecnica e finanziaria alle imprese e ricerca per filiere all’avanguardia e di qualità. “Se queste considerazioni verranno valutate nelle strategie di Cooperlat, potremo presto condividere un vero e proprio pacchetto di misure, altrimenti il Tavolo tecnico ripartirà con nuove proposte”, chiosa l’assessore Malaspina.