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Il codice a barre è comunemente noto come l’insieme di elementi grafici contenenti il valore, numerico o economico, di una merce. Il codice a barre è ciò che, nella locandina dell’ultimo film di Paolo Virzì troneggia sulle teste dei protagonisti, come a simboleggiare una spada di Damocle in grado di ricordarci che tutti abbiamo un prezzo. Il denaro muove il mondo, e non fa eccezione la provincia brianzola che fa da sfondo alla storia. Il film contrappone due famiglie appartenenti a gradini diversi della stessa scala sociale.

Giovanni Bernaschi (Fabrizio Gifuni) è un cinico speculatore finanziario sposato con Carla (Valeria Bruni Tedeschi), un’ex attrice di teatro in bilico tra l’appagamento di una vita agiata e la velata nostalgia dei sogni sopiti.

Chi ambisce ad emulare la loro ricchezza, fatta di ville, piscine e campi da tennis è Dino Ossola (Fabrizio Bentivoglio), immobiliarista sprovveduto capace di indebitarsi pur di entrare nel fondo dei Bernaschi.

Oltre alla relazione tra i rampolli delle due famiglie, il trait d’union è rappresentato da un incidente in cui viene investito un ciclista, e le cui indagini portano proprio a sospettare dei figli delle due coppie.

Virzì devia dalla commedia italiana, di cui è generalmente riconosciuto come uno dei registi più rappresentativi, per addentrarsi in un’opera dai tratti noir che cavalca l’attuale tema della crisi.

Lo fa elevando la storia ad un livello superiore, relegando la crisi finanziaria a un ruolo comprimario, per addentrarsi sul decadimento dei valori sociali e morali.

Il film segue un interessante montaggio basato sul punto di vista: lo stesso evento viene raccontato secondo la percezione dei tre personaggi principali, che danno il nome ad altrettanti capitoli, per comporre un puzzle che si rivelerà nel finale.

Questo stile narrativo permette di cogliere le differenti sfumature delle dinamiche sociali, come sarebbe difficile rendere con una prospettiva più ampia.

Lo spettatore eleva il suo ruolo e diventa psicologo, raccoglie i tormenti e i conflitti dei personaggi e ne analizza l’approccio, ponendo e ponendosi domande in un percorso di autocoscienza, in cui il codice a barre diventa il simbolo di un dubbio dei nostri tempi: qual è il prezzo della vita umana?

REGIA: Paolo Virzì

ANNO: 2014

GENERE: Drammatico

DURATA: 109 minuti