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ASCOLI PICENO – Dopo il ritrovamento del quarto ed ultimo corpo dei militari rimasti uccisi nello scontro tra Tornado avvenuto martedì scorso, è stata trovata anche la seconda scatola nera, 700-800 metri più a sud rispetto al corpo del Capitano Mariangela Valentini, sempre a Poggio Anzù.

Il flight data recorder del caccia guidato dalla Valentini si trovava a poca distanza dalla cabina di pilotaggio bruciata e dalle spoglie della giovane donna pilota rinvenute questa mattina. Verrà preso in consegna dalle forze di polizia, come la scatola nera del primo Tornado, già in possesso della Squadra mobile di Ascoli Piceno.

Le due scatole nere, nella migliore delle ipotesi, consentiranno di far luce – finalmente – su quanto accaduto nei cieli sopra Casa Murana martedì scorso. Solo così si potranno infatti ricostruire i dati dell’attività di volo del caccia, e di incrociare le informazioni con quelle registrate dal primo flight recorder. Sarà aperta e analizzata con il supporto di tecnici dell’azienda di costruzione. Il primo strumento di bordo, una scatola arancione grande quanto una scatola da scarpe, era stato recuperato il 21 agosto fra le colline di Tronzano e Casamurana.

Tre sono le inchieste aperte: una della procura di Ascoli, che procede per omicidio colposo e disastro aereo colposo, una della procura militare di Verona, e la terza dell’Aeronautica.

Intanto, dopo la chiusura delle ricerche dei quattro corpi, è arrivato il messaggio di profondo cordoglio del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: “Il tragico incidente aereo in cui hanno perso la vita il Capitano Mariangela Valentini, il Capitano Alessandro Dotto, il Capitano Giuseppe Palminteri e il Capitano Paolo Piero Franzese, mentre erano impegnati in attività addestrativa, ha destato profonda commozione in tutto il Paese”.

Mariangela era la prima donna pilota di un caccia dell’Aeronautica militare, in forza al 6/o Stormo di stanza a Ghedi (Brescia), come gli altri suoi tre colleghi morti nel disastro: il capitano navigatore Piero Paolo Franzese, che volava insieme a lei, e i cui resti sono stati ritrovati ieri sempre a Poggio Anzù, e il capitano pilota Alessandro Dotto e il navigatore Giuseppe Palminteri, recuperati un’altra zona boschiva il 20 agosto, il giorno successivo all’incidente. Per l’identificazione ufficiale dei quattro piloti, tutti giovani fra i 31 e i 35 anni, sarà però necessario attendere l’esame del Dna, affidato dalla procura ascolana al medico legale Adriano Tagliabracci, che si avvarrà di un consulente dell’Aeronautica. I primi prelievi dovrebbero svolgersi lunedì, e solo successivamente i corpi verranno restituiti alle famiglie per i funerali.

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