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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il Consiglio Comunale di giovedì 20 novembre si è aperto con il commento della sentenza della Corte dei Conti da parte della segretaria generale. Commento non aperto al dibattito dei consiglieri presenti. Forti del parere della maggioranza, i consiglieri presenti in sala attendono il momento di dire la propria.

ORDINE DEL GIORNO URGENTE – La minoranza, dunque, firma un ordine del giorno urgente. Preso atto della comunicazione data dalla segretaria generale, in merito alla comunicazione della sentenza di secondo grado della Corte dei Conti che ha ribadito la colpevolezza del sindaco Giovanni Gaspari riguardo agli addebiti contestati, si chiede che il sindaco informi il civico consenso su come si intende procedere alla luce della situazione che si è venuta a creare. Insomma, i consiglieri vogliono discutere quanto accaduto, tenuto conto dell’effetto che ha provocato in città.

L’INTERROGAZIONE – A fine Consiglio Comunale prende la parola Pasqualino Piunti (FI). “Noi abbiamo chiesto all’inizio se si poteva intervenire e ci avete detto di no, a quel punto abbiamo fatto un ordine del giorno urgente – interviene il consigliere Piunti -. Il tempo di farlo e vi siete appigliati al regolamento che non permette al consiglio di dibattere di una questione che riguarda la città. Vi nascondete dentro comunicati stampa, solidarietà politica e umana, ma noi vogliamo discutere per cercare di portare il nostro punto di vista, il punta di vista di un consigliere. Non volevamo gettare in aria banchi o chiedere dimissioni, ma solo discutere – continua -; ancora una volta fuggite il confronto. Voi vi siete rifiutati di discutere un argomento di cui parla tutta la città”.

UNA COSA PUBBLICA – L’ordine del giorno, in realtà, doveva essere presentato all’inizio del Consiglio Comunale per offrire a tutti i consiglieri la possibilità di partecipare al dialogo. Il consigliere Bruno Gabrielli ritira allora l’interrogazione che aveva presentato dal momento che apriva ad un dibattito esclusivo tra lui e il sindaco. “Questo non è un fatto privato tra il sindaco Gaspari e Gabrielli, ma un fatto comune che riguarda undici consiglieri di minoranza, l’assise e la città. Il Consiglio Comunale è sovrano – sentenzia -, avrebbe potuto permettere il confronto. Ritengo giusto che tutti i consiglieri possano discutere e non solo io”. Così si è sciolta la seduta consiliare.

 

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