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Grazie al progetto Life+Trota, sono tornate nei corsi d’acqua del Parco Nazionale dei Monti Sibillini le prime trote nate nell’impianto ittiogenico di Cantiano. La settimana scorsa è stato effettuato il primo ripopolamento nei corsi d’acqua. L’obiettivo principale del progetto Life+ Trota è la conservazione delle popolazioni esistenti di trota mediterranea (Salmo macrostigma), l’unica originaria dell’Italia centro-meridionale, in alcuni importanti bacini idrografici dell’Appennino centrale (Metauro, Cesano, Esino, Potenza, Chienti, Nera e Tenna). Analisi ambientali, campionamenti ittici, attività di sensibilizzazione, reintroduzione e ripopolamento con trote autoctone: sono solo alcune delle attività di un progetto che mira a “mettere in sicurezza” le ultime popolazioni di Salmo macrostigma e a favorirne la diffusione nei corsi d’acqua appenninici dove sono state progressivamente soppiantate da trote appartenenti alla specie atlantica (Salmo trutta) immesse a scopo di ripopolamento.

Tale tipologia di Trota è riportata nella Direttiva 92/43/CEE tra le “specie animali e vegetali d’interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di zone speciali di conservazione” (all. II). Questo Salmonide corre un alto rischio di estinzione per numerose cause tra le quali inquinamento, artificializzazione degli alvei fluviali, eccessiva pesca sportiva e bracconaggio.

Nei corsi d’acqua appenninici la trota è un pesce di taglia media le cui dimensioni massime superano raramente i 45-50 cm di lunghezza e 1,2-1,5 kg di peso. Si nutre, soprattutto nelle ore crepuscolari e notturne, di insetti (tricotteri, plecotteri e ditteri) e crostacei, più raramente di pesci, anfibi e piccoli mammiferi. Durante il periodo della riproduzione, che si estende tra dicembre e aprile, le aree di deposizione vengono scelte in acque basse e correnti, con fondo ghiaioso e sgombro da vegetazione sommersa. Gli esemplari adulti sono solitari e territoriali e stazionano, anche in acque profonde, nei pressi di rocce e radici in attesa di una possibile preda; i giovani si riuniscono invece in prossimità delle rive, in acque basse e a velocità di corrente moderata.

Le attività del progetto in atto coinvolgono anche le comunità locali di pescatori per aumentare la loro consapevolezza del problema e facilitare la loro accettazione di eventuali modifiche nella gestione della pesca.

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