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“Chi ricopre un ruolo istituzionale se si candida al Parlamento dovrebbe dimettersi o almeno sospendersi”, dopo l’affondo del Movimento 5 Stelle contro il presidente del consiglio comunale ascolano Marco Fioravanti e gli assessori Giorgia Latini, Donatella Ferretti e Gianni Silvestri, arriva la risposta di Marco Cardinelli, capogruppo in consiglio comunale di Fratelli d’Italia. 

Secondo i grillini, ad avvalorare questa tesi ci sarebbe anche un codice etico sottoscritto dagli esponenti politici a inizio mandato e pubblicato sul sito del Comune nel quale si sottolinea il rapporto fiduciario tra cittadini ed eletti. 

L’accusa dei 5 Stelle

“Ma come può un assessore o un presidente del consiglio che è impegnato in una campagna elettorale tanto impegnativa, concentrarsi sui temi importanti per questo territorio, già alle prese con problematiche non semplici come il post sisma e la crisi economica? La storiella che a Roma potrebbero fare ancora di più per il territorio non regge“, hanno accusato i pentastellati sottolineando come gli unici a rispettare questo codice siano proprio loro, Giacomo Manni e Massimo Tamburri in primis.

Il dito è stato puntato soprattutto sul presidente del consiglio comunale Marco Fioravanti che “non ha ancora fatto un consiglio aperto sul terremoto, come noi abbiamo richiesto da tempo”. A rincarare la dose l’affissione dei suoi manifesti che si troverebbero non dovrebbero stare puntualmente segnalate a prefetto e vigili urbani.

Il contrattacco di Fratelli d’Italia

“L’etica e la morale dei Cinquestelle vanno a corrente alternata. – ha commentato Marco Cardinelli, capogruppo Fratelli d’Italia – Ormai è assodato che preferiscano guardare la pagliuzza negli occhi degli altri piuttosto che la trave nei propri. Infatti nessuna legge stabilisce che assessori e presidenti di consigli comunali debbano dimettersi, contrariamente a un sindaco di un Comune al di sopra dei 20 mila abitanti. E i Cinquestelle, al contrario, non citano alcun regolamento etico per il vice presidente della Camera dei Deputati Luigi Di Maio“.

E c’è di più, per il capogruppo di Fratelli d’Italia i pentastellati prima di criticare dovrebbero guardare le loro candidature. Per esempio quella di Rachele Silvestri che mette a rischio un candidato come Roberto Cataldi. “Le seconde fila del M5S pensano soprattutto al bilancio familiare con stipendi sicuri che arriveranno a fidanzate o parenti e affini. Già perché queste signore e questi signori vengono nominati capolista e quindi eletti certamente in Parlamento: per le Marche è talmente evidente la posizione di Rachele Silvestri, fidanzata di casa nostra, mentre mettono a rischio un candidato come Roberto Cataldi che deve fare la gavetta cercando voto su voto, perché nel Movimento 5 Stelle, poi, il curriculum conta poco. Anzi più i curricula sono vicini a quello di Di Maio (il vuoto assoluto) più si fa carriera politica nel Movimento”.

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