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Il Consiglio dei ministri ha approvato il Decreto Sicurezza, conosciuto come il Decreto Salvini in quanto promosso dall’attuale ministro dell’Interno. Il testo comprende diversi aspetti legati alla questione sicurezza e immigrazione, affrontando tematiche relative alla prevenzione e al contrasto al terrorismo e alla criminalità mafiosa, modifiche al codice delle leggi antimafia.

E non solo, in quanto tra le disposizioni del decreto ci sono quelle per il rilascio di permessi di soggiorno temporanei, protezione internazionale, immigrazione e cittadinanza.

Andiamo quindi a vedere nel dettaglio i punti contenuti all’interno del Decreto Salvini.

Decreto Salvini, sicurezza e mafia

Oltre alla sperimentazione dei taser da arte della Polizia Municipale nei Comuni con più di 100mila abitanti, sono previsti stanziamenti diretti per 16 milioni di euro alla Polizia di stato e ai vigili del fuoco; cifra che raggiungerà i 50 milioni dopo il 2019.

Il decreto stabilisce anche le modalità di ricognizione e sgombero per situazioni di occupazione di terreni o edifici, inasprendo le sanzioni.

Per quanto riguarda il contrasto al terrorismo si prevede che per il noleggio di tir o furgoni sia obbligatorio comunicare anticipatamente al Centro elaborazione i propri dati identificativi affinché siano analizzati.

Così facendo in caso di potenziale pericolo le forze dell’ordine avranno una segnalazione. Prevista anche una Daspo apposita per chi si sospetta stia preparando un attentato o sia affiliato a un’organizzazione terroristica.

Per contrastare le infiltrazioni mafiose nella pubblica amministrazione è prevista la nomina di un Commissario straordinario in caso di segnalazioni di situazioni anomale o condotte illecite. Inoltre si apre la possibilità di dare in affitto alle famiglie in condizioni di disagio gli immobili confiscati alle organizzazioni criminali.

Le novità sull’immigrazione

Il decreto Salvini dedica un capitolo proprio alla questione immigrazione prevedendo diverse misure in merito. Prevista l’abolizione della concessione del permesso di soggiorno per motivi umanitari.

Tale permesso è concesso a chi proviene da paesi al di fuori dell’Unione Europea e che fugge da conflitti, disastri naturali o altri eventi di particolare gravità, ma anche a quei cittadini stranieri che non possono essere espulsi perché potrebbero essere perseguiti o sfruttati.

Nel testo vengono individuati anche i reati che portano alla revoca dello status di rifugiato e di protezione internazionale. Tra i reati compaiono: violenza sessuale, produzione, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, rapina ed estorsione, furto, furto in appartamento, minaccia, violenza o resistenza a pubblico ufficiale. Nei centri di rimpatrio gli irregolari potranno essere trattenuti fino a un massimo di 180 giorni.

Inoltre, il sistema Sprar per l’accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati sarà riservato solo ai titolari di protezione internazionale o ai minori stranieri non accompagnati.

Per quanto riguarda la concessione della cittadinanza ai discendenti degli emigrati italiani all’estero saranno estesi i requisiti di residenza necessari sia in caso di matrimonio sia in caso di residenza. La cittadinanza può essere revocata e negata al soggetto condannato per reati legati al terrorismo.

Decreto Salvini, iter e polemiche

Il decreto inizierà il suo iter al Senato. Il provvedimento approderà in Commissione Affari Costituzionali e come spiegano fonti parlamentari l’intenzione del governo, specie la parte leghista, è far sì che il decreto arrivi  in tempi relativamente rapidi e blindato alla Camera.

Spetterà quindi alla commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama, presieduta dal leghista Stefano Borghesi, laddove alla Camera l’omologa commissione è presieduta dal M5S Giuseppe Brescia, valutare eventuale modifiche al testo. A Montecitorio, invece, dovrebbe approdare il decreto Emergenza, al momento all’esame della Ragioneria dello Stato.

L’Arci ha espresso la sua netta contrarietà agli interventi previsti nel decreto sull’immigrazione e si “appella al Presidente della Repubblica, massimo garante del rispetto dei principi costituzionali, affinché non firmi un simile provvedimento”. Perchè, a suo giudizio, “il profilo di illegittimità è palese. La contrarietà ai principi della nostra Costituzione è evidente.

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