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Nel corso della conferenza ascolana di questa mattina il presidente Luca Ceriscioli ha affrontato la spinosa questione del decreto sisma e della ricostruzione: in Parlamento è iniziata, infatti, la discussione sul decreto ma secondo il Presidente sarà poco utile se non servirà a snellire la macchinosa burocrazia che attanaglia la ricostruzione.

“I fondi previsti per la ricostruzione ci sono, il problema è rappresentato dalle tempistiche e dalle modalità con cui vengono spesi. Per compiere un’opera pubblica servono, di media, 16 passaggi burocratici, per le opere straordinarie 22“.

Insomma, per Ceriscioli il decreto in discussione rappresenta, forse, l’ultima occasione per sbloccare la situazione della ricostruzione nel Centro Italia, velocizzando e snellendo gli aspetti normativi che la regolano: “una situazione del genere è inaccettabile: non si possono lasciare le cose come stanno. Chiedo la semplificazione delle norme, se non si trova il coraggio di farlo con 40 mila sfollati, quando lo si trova?”.

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Ceriscioli sul decreto sisma

“I contratti per il personale del sisma non sono stati rinnovati e il Parlamento – ha affermato a margine della visita all’Ufficio speciale ricostruzione di Ascoli – ha iniziato a discutere l’ennesimo decreto sul sisma. Purtroppo le notizie sono molto negative. Qual è il tema vero degli investimenti in generale in Italia? I fondi previsti sono tanti, i fondi spesi molti di meno”.

Il decreto è l’unico strumento che permette di sbloccare la ricostruzione, ha detto Ceriscioli.

“Il discorso è uno: sono gli aspetti normativi che guidano la ricostruzione, che possono andare a velocità diverse. Se non cambia nulla si va con la velocità di oggi. Sulla ricostruzione pubblica non c’è una riga di miglioramento. Sulla privata c’era il tema dell’autocertificazione, ovvero ci si prende la responsabilità per la pratica che si presenta, eliminando diversi passaggi”.

L’out out al governo del presidente delle Marche

“Credo e chiedo fino all’ultimo di semplificare le norme. Se non troviamo il coraggio di semplificare le norme, con di fronte a noi 40.000 sfollati, quando lo troveremo? Ho visto che finalmente hanno chiamato a confronto i tecnici della ricostruzione, ma sono stati inascoltati. Una proposta migliore di questa non c’è”.

I parlamentari marchigiani devono cogliere il fatto che questo strumento deve diventare qualcosa di diverso da quello che sta per essere approvato, ha detto Ceriscioli.

“Se non succederà, sarà un disastro, per i marchigiani, gli umbri, i laziali, gli abruzzesi. Se si perde anche questa occasione il problema non sarà che il governo ha fatto bene o ha fatto male. Sarà un decreto vuoto, quello sarà il problema vero”.

“Se ci ritroviamo col decreto uscito dalla commissione, non cambierà nulla, i soldi rimangono lì, il lavoro non si crea, la ricostruzione non va avanti, tutto quello che temiamo rischia di diventare una tristissima realtà. È molto importante richiedere ai parlamentari di portare a casa qualcosa nella sostanza del decreto”.

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