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Coronavirus: in questi giorni di preoccupazione per il diffondersi dell’epidemia, l’applicazione di messaggistica istantanea WhatsApp può essere anche un veicolo per diffondere notizie false e fuorvianti. Sulle chat di WhatsApp, qualche malintenzionato potrebbe inserire informazioni errate sui contagiati e sulla situazione epidemica. Ma pubblicare su WhatsApp i nomi delle persone contagiate, o scrivere frasi basate su “voci di corridoio”, è un reato punibile dal Codice Penale.

Coronavirus: scrivere su Whatsapp nomi dei contagiati o falsi allarmi è un reato

E’ necessario sapere che, chiunque dovesse condividere su WhatsApp i nomi dei presunti contagiati da Coronavirus, o scrivere fake-news per generare un “falso allarme” nella popolazione, commetterebbe un reato punibile dal Codice Penale. In Italia, a volte, il diritto alla “privacy” (riservatezza) e alla tutela della condizione di salute viene irresponsabilmente violato. In alcuni casi, su WhatsApp, viene fatta circolare anche la foto del presunto contagiato (situazione che ricorda la “caccia all’untore” de I Promessi Sposi).

La divulgazione di “dati sensibili” di altre persone è punibile con la reclusione in carcere. Il legislatore è intervenuto sulla materia della “Protezione dei dati personali sensibili e libera circolazione dei dati stessi”: secondo il nuovo “Codice della privacy”, la diffusione illecita di dati personali è punita con la reclusione, da uno a sei anni di carcere. Scrivendo, su una chat di gruppo, che una persona è affetta da Coronavirus, i nomi dei suoi parenti e i luoghi in cui si è recata, si commette una violazione della legge, non giustificata dallo stato di emergenza.

Diffondendo informazioni false e tendenziose, attraverso WhatsApp o strumenti simili, si potrebbe incorrere nel reato di “procurato allarme”, disciplinato dall’art. 658 del Codice Penale: «Chiunque, annunziando disastri, infortuni o pericoli inesistenti, suscita allarme presso l’Autorità, o presso enti o persone che esercitano un pubblico servizio, è punito con l’arresto fino a sei mesi, o con l’ammenda da dieci euro a cinquecentosedici euro».

Quindi, occorre fare attenzione, e denunciare, coloro che diffondono notizie non veritiere su WhatsApp. Infatti, l’applicazione di messaggistica dev’essere utilizzata solo per lo scopo prefissato: comunicare con amici o conoscenti (avviando una conversazione o una chiamata a distanza).

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