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Coronavirus e lavoro: l’impatto economico della pandemia in Italia non tarda a farsi sentire, specie alla luce del nuovo dpcm del 24 ottobre che impone nuove chiusure, totali o parziali, a diversi settori, dalla ristorazione allo spettacolo fino alla cultura.

Dalla prima indagine dell’Eurostat emerge che in Europa l’Italia, in termini di riduzione di lavoro e quindi di reddito, è il terzo paese più colpito dalla crisi, dopo Spagna e Irlanda, mentre la categoria più a rischio e fragile è quella dei giovani.

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Coronavirus e lavoro: la situazione attuale in Italia

Dal report dell’Eurostat emerge l’impatto sul mondo del lavoro che la pandemia sta avendo nei vari paesi europei, che cambia a seconda della condizione di partenza economica dei vari stati.

In questo momento gli elementi critici sono essenzialmente due: la disoccupazione, che comprende sia chi non trova lavoro sia chi è stato licenziato o costretto a chiudere, e la riduzione dell’orario lavorativo di chi è rimasto occupato. Proprio questa ultima condizione è da non sottovalutare: sono i regimi lavorativi ridotti e la cassa integrazione che hanno avuto conseguenze importanti sul calo del reddito.

C’è poi un consistente numero di persone che ha perso il lavoro o sta rischiando seriamente di perderlo: tra questi, la situazione più delicata è quella dei lavoratori con contratti a tempo determinato, dei giovani dai 16 ai 24 anni e di coloro che non possiedono particolari specializzazioni.

Nonostante la crisi interessi tutti i settori e milioni di lavoratori, i più colpiti dall’impoverimento sono il comparto alberghiero e della ristorazione

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