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La Giunta della Regione Marche, ha approvato la proposta di legge Promozione degli investimenti, dell’innovazione e della trasformazione digitale del sistema imprenditoriale marchigiano che punta a rilanciare il sistema produttivo e a favorire la crescita occupazionale delle Marche, sulla base di una strategia complessiva delineata dal nuovo governo regionale.

La proposta è stata  illustrata questa mattina nel corso di una conferenza stampa, alla presenza  del presidente Francesco Acquaroli e del vicepresidente Mirco Carloni, assessore alle Attività produttive.

Regione Marche, una proposta di legge per rilanciare i nostri territori

Dopo aver approvato nei giorni scorsi la legge sulle start up, è la volta di quella dedicata all’imprenditoria marchigiana. 

Il Presidente Francesco Acquaroli, ha ribadito come ” questo sia un segnale importante che dimostra come sia il Governo che la Regione prestino attenzione alla ricostruzione di una competitività nel nostro territorio, del suo asset industriale- imprenditoriale, della ricostituzione di una visione che possa riportare la nostra regione a superare questa fase di transizione e a riprendere la visione in confronto ad altre regioni come il Veneto, l’Emilia-Romagna e la Lombardia. Sulla questione chiediamo l’attenzione di tutti, perchè nella trasformazione della società che stiamo vivendo, il fatto che ci sia un elemento per garantire la competitività e la coesione dei territori l’elemento fondamentale è la comunicazione.

Queste leggi non appartengono ad una parte politica ma diventano uno strumento di rafforzamento di un sistema che garantisce competività ad un territorio, occupazione ai giovani, frena l’emigrazione verso le regioni del Nord e verso l’ester0, diventa quindi uno strumento indispensabile di rilancio del territorio”.

Si tratta di una legge che supera la visione assistenzialistica dei territori, si tratta di dare dei contributi a quelle imprese e a quegli imprenditori e a tutti quei soggetti che inseriti in un contesto vogliono dare il loro aiuto alla Regione per il recupero della sua competitività e una maggiore occupazione così da rilanciare un ecosistema di filiere e di piccole e medie imprese .

“Una legge che ci permette di parlare di aggregazione tra micro e medie imprese con le industrie, di  filiera e di tutti quei temi che devono garantire solidità all’economia dei territori  e alle competività alle filiere e agli ecosistemi. Non si tratta di una legge semplice ma dovremo aspettare  la valutazione della Commissione per cui vogliamo invitare tutti  a partecipare alla discussione che che vorremo portare all’approvazione quanto prima in quanto strumento essenziale per la programmazione dei prossimi sette anni dei Fondi Europei , per il rilancio post- pandemico e per il recupero quel tasso di competitività che si è perso e che potremo riavere se solo valorizzando quello che abbiamo” ha chiarito Acquaroli.

Nello specifico, come ha spiegato il Vicepresidente Mirco Carloni ” si tratta della somma di visioni e strategie. Creiamo il presupposto per parlare di futuro. È una legge che vuole plasmare un ecosistema Marche perché, laddove ci sono leader di un settore, bisogna creare una filiera che favorisca la crescita degli altri. È una legge che sostiene la promozione degli investimenti, aggrega innovazione e trasformazione digitale del sistema imprenditoriale. È una legge che deve divenire patrimonio della politica marchigiana: va approvata all’unanimità, siamo a disposizione per miglioramenti. Stiamo riformando le basi economiche della nostra regione nell’ottica di prospettiva, rivisitando leggi vecchi di un decennio che vanno aggiornate alle esigenze attuali. Se vogliamo che nelle Marche ci sia ancora una tenuta sociale dopo il Covid, dobbiamo rafforzare le pmi, valorizzare chi già opera sul territorio, confermare le strategie alle esigenze imprenditoriali. La Regione non garantirà più risorse in maniera assistenzialistica, ma solo se serviranno a realizzare un aumento dell’impatto occupazionale, a favorire un trasferimento tecnologico (miglioramento di prodotto e processo produttivo), a sostenere un progetto di riqualificazione delle filiere in un’ottica di riconversione produttiva. La strada giusta per intercettare i fondi europei e quelli nazionali disponibili”.

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