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Un’indagine della Cna sul lavoro segnala la presenza di nuove criticità. La metà delle imprese vuole assumere ma ci sono difficoltà nel trovare figure professionali. Anche nel Piceno oltre la metà delle micro imprese è intenzionata ad assumere personale nei prossimi sei mesi. Ma la crescita dell’occupazione è fortemente frenata dalle difficoltà, in molti casi dalla impossibilità, incontrate per reperire le figure professionali necessarie all’attività aziendale.

Lavoro, indagine CNA

Il 55,1% delle imprese che hanno partecipato all’indagine della Cna vorrebbe realizzare assunzioni entro gennaio 2022. Di queste il 52,7% ipotizza nel periodo in esame un’assunzione, ma il 33,8% propende per due e l’8,2% per tre. Quasi due nuovi lavoratori su tre, infatti, sarebbero reclutati mediante contratti stabili. Nello specifico il 29,4% con il tempo indeterminato,il 20,2% con l’apprendistato e il 14,8% con il tirocinio formativo. Il 27,7% delle imprese punta sul tempo determinato, che rappresenta la formula giuridica ideale a soddisfare la flessibilità richiesta alle imprese più piccole.

Francesco Balloni, direttore della Cna Picena  commenta così: “La volontà delle imprese di ampliare gli organici anche in funzione delle nuove necessità richieste dal mercato nel dopo pandemia rischia dunque di essere frustrata dalle difficoltà, spesso insormontabili, nel trovare le figure professionali di cui hanno bisogno. Come Cna territoriale abbiamo da tempo intensificato l’offerta di corsi per giovani e di aggiornamento per chi è già nel mondo del lavoro proprio per contribuire a ridimensionare questo gravissimo gap che incide sullo sviluppo delle aziende e fa ristagnare l’occupazione”.

Problematiche nell’assunzione di lavoratori

Solo il 12,9% delle imprese che stanno assumendo, o vorrebbero farlo, assicura di non avere avuto problemi a selezionare candidati dotati di competenze richieste e disposti ad accettare l’offerta. La stragrande maggioranza del campione denuncia difficoltà. Il 79,9% delle imprese, non riesce a trovare candidati idonei alle mansioni richieste. E il rimanente 7,2% si imbatte in candidati insoddisfatti delle offerte economiche avanzate dalle imprese.

Arianna Trillini, presidente della Cna di Ascoli Piceno: “ovvero il nostro Paese non ha un sistema in grado di coniugare domanda e offerta di lavoro. Tant’è che il 41,1% delle imprese ammette di cercare il personale prevalentemente tramite il cosiddetto passaparola. Una quota quasi doppia rispetto a quella delle imprese che si rivolgono alle agenzie interinali e di ricerca e selezione del personale, che si ferma al 21,5%”.

Centri per l’impiego come ultima scelta

Il 16,6% del campione delle aziende intervistate dalla Cna si indirizza a scuole o a istituti di formazione. L’11% si affida ai mezzi di comunicazione specializzati. Solo il 3,8% ricorre ai centri per l’impiego. A riprova del fatto che il canale pubblico riesce solo per una esigua parte a favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. L’annunciata riforma delle politiche attive del lavoro non potrà esimersi dall’affrontare la questione della riorganizzazione delle strutture dedicate al collocamento né dall’adattare i percorsi formativi alle esigenze del mondo produttivo. Un obiettivo indispensabile per consentire all’Italia di agganciare i nuovi driver dello sviluppo che richiedono competenze adeguate.

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