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FPCGIL, CISLFP e UIL FPL denunciano pubblicamente “inaccettabili sperequazioni” e “inammissibili omissioni” nella gestione della sanità regionale accusando l’ASUR Marche di inerzia.

Le tre organizzazioni sindacali hanno indirizzato una lettera, firmata congiuntamente, agli amministratori della Regione (presidente Acquaroli,  assessori Saltamartini e Castelli) e ai vertici ASUR Marche (direttore generale Nadia Storti, direttore amministrativo Pierluigi Gigliucci, direttore del personale Fabrizio Trobbiani, direttore di Area Vasta 5 Cesare Milani). Per conoscenza a tutti i Sindaci dei Comuni della provincia di Ascoli Piceno. Minacciando “plateali iniziative per denunciare all’opinione pubblica le macroscopiche disfunzioni organizzative della sanità marchigiana la cui riorganizzazione appare non più rinviabile”.

La lettera ai vertici di Regione e ASUR Marche

Riportiamo il testo integrale della lettera firmata congiuntamente dai segretari di FPCGIL, CISLFP e UIL FPL Viola Rossi, Giorgio Cipollini e Paolo Sabatini.

“INACCETTABILI SPEREQUAZIONI INAMMISSIBILI OMISSIONI!

L’art. 8 della Legge Regionale del 21/03/2017, n. 8, testualmente recita: “La Giunta Regionale, entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore di questa Legge, adotta, con riferimento agli Enti del Servizio Sanitario Regionale, linee di indirizzo finalizzate a superare le disparità relative al trattamento economico accessorio per il personale che svolge le medesime attività”.

A distanza di oltre quattro anni dalla pubblicazione della citata Legge, non solo non si è provveduto ad effettuare alcuna perequazione, ma le disparità di trattamento si sono maggiormente accentuate.

L’art. 27, comma 11, del CCNL 21/05/2018 dispone: “Nei casi in cui gli operatori del ruolo sanitario e quelli appartenenti a profili del ruolo tecnico addetti all’assistenza, debbano indossare apposite divise per lo svolgimento della prestazione e le operazioni di vestizione e svestizione, per ragioni di igiene e sicurezza, debbano avvenire all’interno della sede di lavoro, l’orario di lavoro riconosciuto ricomprende fino a 10 minuti complessivi destinati a tali attività, tra entrata e uscita, purché risultanti dalle timbrature effettuate, fatti salvi gli accordi di miglior favore in essere”.

A distanza di tre anni dall’entrata in vigore del citato Contratto Nazionale di Lavoro, l’ASUR non ha ancora riconosciuto tale diritto.

Il fondo contrattuale, da utilizzarsi per il pagamento delle ordinarie indennità e lavoro straordinario, è stato indebitamente utilizzato per il pagamento delle indennità legate alla situazione pandemica. Tale indebito prelievo non consentirà il pagamento delle indennità ordinarie per l’intero corrente anno ovvero comporterà uno splafonamento della disponibilità finanziaria con la pretesa dell’ASUR di recuperare le maggiori somme scomputandole dagli esercizi successivi, così come è accaduto in passato unicamente per l’Area Vasta 5.

Lo stesso lavoro straordinario, prestato con grande sacrificio dai dipendenti, in un momento di forte criticità, non viene liquidato agli operatori sanitari ai quali, indebitamente, vengono imposti riposi compensativi, tra l’altro di quasi impossibile realizzazione nonostante che detti dipendenti mettano a repentaglio la propria incolumità per salvaguardare quella collettiva.

Le premialità Covid propagandate, pari a circa 1.000,00 euro pro capite, per “indennizzare” gli operatori costretti a sostenere eccezionali carichi di lavoro, non sono state mai liquidate.

Le modalità di assunzioni del personale, gestite attraverso il Centro di Reclutamento dell’ASUR, risultano quanto mai inique e sperequate con conseguenti, macroscopiche, sostanziali disparità di trattamento.

Le progressioni orizzontali relative all’anno 2019, alla data odierna, non sono state ancora attribuite.

Gli avvisi relativi alle progressioni orizzontali 2021 non sono stati ancora pubblicati.

Le dotazioni organiche assolutamente inadeguate, la carenza di personale medico e la mancanza di idonee attrezzature rendono il Servizio Sanitario Pubblico sempre meno competitivo ad esclusivo vantaggio delle strutture private con le gravissime ripercussioni sulla collettività. Tutto ciò a causa di una inadeguata programmazione degli investimenti, sia per le attrezzature che per le dotazioni organiche fino a costringere le strutture periferiche a programmare il ricorso alle Cooperative persino per la copertura di personale medico.

Per le ragioni sopra esposte, vista l’inerzia dell’ASUR nonostante le sollecitazioni trasmesse e la dichiarazione dello stato di agitazione del personale, le scriventi si riservano di intraprendere plateali iniziative per denunciare all’opinione pubblica le macroscopiche disfunzioni organizzative della sanità marchigiana la cui riorganizzazione appare non più rinviabile”.

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