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La missione dei Vigili del Fuoco e dei tecnici del CNR nell’ambito del progetto Ice-Memory si è felicemente conclusa: è stato prelevato il primo campione dal ghiacciaio più a sud d’Europa, quello del Gran Sasso.

Ice-Memory, la missione sul Gran Sasso

Grazie a una missione durata ben 12 giorni, portata a termine dai Vigili del Fuoco e dai tecnici del CNR sul Calderone sul Gran Sasso, ora si potrà studiare e ricostruire il passato climatico e ambientale del massiccio. Gli scienziati, infatti, hanno finalmente a disposizione una carota di ghiaccio profondo dal glacio-nevato. Carota che consentirà di fare un vero e proprio viaggio nel passato.

gran sasso

Foto da https://twitter.com/vigilidelfuoco

Nel corso della difficoltosa missione si sono vissuti momenti altamente spettacolari. Poichè i lavori per il prelievo del campione hanno richiesto l’intervento dei reparti Volo dei Vigili del Fuoco da Pescara e Roma Ciampino. I VV.FF., infatti, hanno dovuto raggiungere a quota 2.673 metri la conca del ghiacciaio, ai piedi del Corno Grande. E hanno dovuto trasportare fin lassù anche la macchina carotatrice, del peso di 4.500 kg, con l’Erickson Air Crane S-64: la ‘gru volante’ del Dipartimento dei Vigili del Fuoco, soccorso pubblico e difesa civile.

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Foto da https://twitter.com/vigilidelfuoco

La missione Ice-Memory è stata organizzata dall’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isp) e dall’Università Ca’ Foscari Venezia. Hanno collaborato l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, l’Università degli Studi di Padova e le società Georicerche e Engeoneering.

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