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Samsung come tante altre marche, hanno enormi stock di smartphone fermi nei magazzini. Numeri che nel caso del colosso coreano, si attestano intorno ai 50 milioni di pezzi. A segnalarlo è “The Elec” un importate quotidiano finanziario della Corea del Sud.

Samsung, smartphone fermi a stock nei magazzini

Il crollo delle vendite degli smartphone ha colto impreparati i produttori. Molti Galaxy A non vengono venduti. E se come affermato da Samsung che punta a spedire circa 270 milioni di unità di smartphone quest’anno, le unità nei magazzini rappresentano il 18%. Inoltre, Samsung aveva prodotto circa 20 milioni di unità di smartphone al mese da gennaio a febbraio. A maggio è scesa a 10 milioni di unità a maggio. Una probabile reazione alle troppe unità nell’inventario e alla bassa domanda.

I numeri seguono il crollo della domanda di smartphone di quest’anno. Una richiesta sul mercato inferiore al previsto. Le cause sono molteplici: il blocco del Covid-19 in Cina, la guerra della Russia all’Ucraina e l’aumento dei prezzi delle materie prime.

Crisi mercato smartphone

Da un ottimo inizio di anno, si è passati rapidamente a un crollo del mercato degli smartphone. Soprattutto in Europa si può accertare una crisi nera. Secondo gli esperti del settore, il mercato ha riportato una contrazione del 12% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Non solo Samsung a risentire tale criticità, anche Xiaomi, Apple e Oppo registrano perdite di crescita. Tutte le soluzioni strategiche ora sono orientate per la seconda metà dell’anno. Dopo l’estate infatti sono in arrivo nuove forniture di chip che potrebbero soddisfare la domanda di nuova tecnologia e di conseguenza di nuovi modelli.

Chip shortage

L’accresciuta rivalità geopolitica tra Cina e Stati Uniti nel mercato della produzione di chip sta portando criticità a livello globale. Quando la Corea del Sud e Taiwan hanno deciso di competere nel settore, hanno stanziato capitali e supporto necessario per avviare l’industria. Sia per la Corea del Sud che per Taiwan, c’era la convinzione che la costruzione di un’economia moderna fosse una porta di accesso alla sicurezza nazionale. Entrambi hanno attraversato vari arresti e ripartenze. Mentre la Cina sta provando a replicare quel modello, Intel fatica a tenere il passo. Negli ultimi due anni si è evidenziato il fabbisogno globale di chip e i problemi che ne derivano quando la fornitura viene interrotta. I prossimi mesi saranno fondamentali per capire i nuovi ordini mondiali anche nel campo dei chip.

 

 

 

 

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