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Rave party: durante il primo Consiglio dei ministri del nuovo Governo, è stato approvato un decreto, riguardante l’inasprimento delle norme sui raduni di persone non autorizzati e illegali. La stretta arriva dopo quanto è accaduto a Modena, negli ultimi giorni (con lo sgombero di una festa giovanile non autorizzata). Organizzare un “rave party” diventerà un reato, punibile anche con pene che arrivano fino a sei anni di carcere.

Ecco le conseguenze penali, per chi organizzerà raduni non consentiti dalla legge.

Rave party, nuovo decreto: il Governo inasprisce le norme

Sul tema dei “rave party”, il nuovo articolo 434-bis del codice penale istituisce una fattispecie di reato, relativa all’invasione di terreni o edifici, per raduni pericolosi per l’ordine pubblico, l’incolumità pubblica o la salute pubblica. Il pacchetto di norme, inoltre, prevede la confisca obbligatoria dei veicoli e degli strumenti necessari ad organizzare i “rave”, l’obbligo del ripristino dei luoghi occupati e l’utilizzo di intercettazioni per indagare sui raduni illegali.

Il nuovo reato, viene specificato nel testo, consiste “nell’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati, commessa da un numero di persone superiore a cinquanta, allo scopo di organizzare un raduno, quando dallo stesso può derivare un pericolo per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica”.
 
Chiunque organizzerà o promuoverà l’invasione non autorizzata di terreni altrui, sarà punito con la pena della reclusione che va da tre a sei anni e con una multa da 1.000 a 10.000 euro. Poi, sarà sempre ordinata la confisca degli oggetti che sono stati utilizzati per commettere il reato.
 

Il decreto sui “rave party” rispetta i requisiti di necessità e urgenza, a causa dell’assenza di una normativa efficace nel nostro Paese. “Si tratta di eventi – ha spiegato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi non solo pericolosi per le stesse persone che partecipano, ma molto dispendiosi per l’impiego di forze dell’ordine che ne consegue. Sono previste sanzioni significative, confidiamo che la norma possa costituire un deterrente”.

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