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Lavoro: oltre il 65% dei giovani delle Marche non ha futuro e ha contratti precari. Le donne hanno uno stipendio che mediamente è di 7mila euro inferiore rispetto a quello degli uomini. E i salari medi, nel complesso, viaggiano sui 19mila euro, in leggero aumento ma sempre inferiori rispetto al valore medio delle regioni del Centro Italia.

Lavoro nelle Marche: il quadro generale

Nel 2021, nelle Marche risultavano occupati 440.867 mila lavoratori dipendenti privati, oltre 14 mila in più rispetto all’anno precedente (+3,5%) e 7 mila in più dal 2019 (+1,7%). Un aumento dovuto soprattutto all’effetto rimbalzo verificatosi dopo il 2020 che ha stimolato una crescita significativa in determinati settori. Osservando le tipologie contrattuali, emerge che 144mila lavoratori, ovvero uno su tre, hanno un rapporto di lavoro part time. I lavoratori con contratto di lavoro a termine sono 105mila, pari al 23.9% dei lavoratori complessivi. Quelli a tempo indeterminato sono 319mila, sostanzialmente stabili sia rispetto al 2020 che al 2019 mentre si registra una contrazione del 2,5% sui 10 anni.

I lavoratori stagionali sono 16mila, pari al 3,6% del totale, ma al contempo sono quadruplicati in 10 anni. Coloro che hanno un contratto a tempo pieno e indeterminato sono 226mila, pari al 51,4%, ovvero poco più della metà del complesso dei lavoratori dipendenti (erano il 52,8% nel 2020 e il 60% nel 2011). E sono 27mila in meno rispetto a 10 anni fa (-10,6%). E’ poi decisamente rilevante il numero dei lavoratori in somministrazione e con contratti intermittenti.

Retribuzioni

Le retribuzioni medie lorde annue percepite nelle Marche sono pari a 19.434 euro e rispetto al 2020 registrano un aumento di 1.353 euro, pari a +7,5%. Si tratta di cifre ancora significativamente inferiori rispetto a quelle delle regioni del Centro (con una differenza di 1.607 euro) e soprattutto a quelle medie nazionali (-2.434 euro). “E’ come se i lavoratori delle Marche – scrive la Cgil – percepissero una mensilità e mezzo in meno della media nazionaleInoltre un numero significativo di lavoratori percepisce una retribuzione inferiore a 15.000 euro. Sono 179mila, pari al 40,8% del totale. Di questi, 126 milapercepiscono addirittura meno di 10.000 (28,7%)”.

E’ questo il quadro del lavoro che emerge dall’analisi dell’Ires Cgil Marche sui dati Inps dal 2011 al 2021. “In 10 anni – commenta Giuseppe Santarelli, segretario generale Cgil – i giopvani hanno perso il 20% di contratti stabili e il 10%di contratti a tempo pieno ed indeterminato. Il binomio salari bassi e precarietà è la prima causa della fuga dei giovani. Ma, in generale, il problema dei salari è che restano bassi e insufficienti rispetto al carovita. E’ tempo che, su questa partita, si promuovano interventi e azioni precise”.

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Le retribuzioni medie lorde annue dei lavoratori ammontano a 22.662 euro, a fronte dei 15.321 euro delle lavoratrici

Il lavoro delle donne

Le lavoratrici sono 193mila, pari al 44% del totale. Più della metà ha un lavoro a tempo parziale (50,5% del totale) e solo una su tre ha un lavoro a tempo pieno e indeterminato. Cioè il 34,3%, a fronte di una percentuale del 64,8% per gli uomini. I settori con un’elevata incidenza di lavoro femminile sono anche quelli con una elevata incidenza di lavoro a tempo parziale e la ripresa dell’occupazione non ha coinvolto allo stesso modo uomini e donne. Sono significative anche le differenze retributive tra uomini e donne. Le retribuzioni medie lorde annue dei lavoratori ammontano a 22.662 euro, a fronte dei 15.321 euro delle lavoratrici. Queste ultime, dunque, percepiscono mediamente 7.341 euro meno dei loro colleghi maschi, ben il 32,4% in meno. L’incidenza di contratti precari o a tempo parziale giustifica solo in parte il divario retributivo tra uomini e donne, visto che le lavoratrici con contratto a tempo pieno e indeterminato percepiscono 4.782 euro lordi annui in meno rispetto ai loro colleghi maschi (-16,5%).

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Il 40,3% degli under 30 ha un contratto di lavoro a tempo determinato, contro il 23,9% dei lavoratori nella loro totalità

Il lavoro dei giovani

I giovani, duramente penalizzati dal crollo dell’occupazione nel 2020, nella ripresa hanno registrato una risposta migliore rispetto alle altri classi di età. Ma c’è da evidenziare che il precariato incide maggiormente su di loro. Ad avere un contratto di lavoro a tempo pieno e indeterminato è la metà dei lavoratori nel loro complesso. Il dato si abbassa al 34,6% negli under 30. Il 40,3% di questi, inoltre, ha un contratto di lavoro a tempo determinato, contro il 23,9% dei lavoratori nella loro totalità. A lavorare a tempo parziale, inoltre, è il 39,1% dei giovani, contro il 32,9% dei lavoratori totali. 

Tra il 2011 e il 2021 si è notevolmente ampliata la forbice tra i dati riferiti agli under 30 e i dati che riguardano la totalità dei lavoratori. I lavoratori marchigiani con meno di 30 anni percepiscono una retribuzione lorda media annua di 11.389 euro, circa 8 mila euro in meno rispetto all’importo medio dei lavoratori dipendenti privati nel complesso. I giovani con un lavoro a tempo parziale percepiscono mediamente retribuzioni di 7.341 euro lordi annui, mentre quelli che hanno un contratto di lavoro a tempo determinato percepiscono mediamente 7.164 euro lordi annui.

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