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Nel mese di gennaio 2023 nelle Marche sono stati denunciati all’INAIL 1.101 infortuni sul lavoro con una riduzione del 19.2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Disaggregando i dati emerge un aumento di quelli in itinere (complessivi) che passano da 99 a 102 (+3.0%). Mentre quelli con mezzi di trasporto aumentano del 136%.

Gennaio 2023: i dati delle Marche

L’83% degli infortuni denunciati ha riguardato lavoratori italiani e il 2.8% lavoratori di Paesi UE; il 38.1% degli infortuni ha riguardato le donne. Il 75% si è verificato nella gestione industria e servizi (in calo del 30%). Sono in  aumento quelli in agricoltura che passano da 48 a 65 (+35%) e quelli per conto dello stato che passano da 129 e 211 denunce (+63.6%).

Particolare interesse assume la situazione degli infortunati per classi di età poiché quasi tutte registrano una diminuzione. Ad eccezione delle seguenti: fino a 14 anni (passano da 42 a 105 casi, +150%), e 15/19 anni (da 38 a 58 denunce, +81%).

Anche la provincia ascolana presenta un decremento poiché si passa da 150 a 139 denunce (-7,3%).

Morti sul lavoro

Purtroppo gli infortuni mortali denunciati, nelle Marche, presentano un significativo aumento poichè passano, nel mese in esame, da 1 a 4 (+300%). Tutti accaduti nel settore industriale, di lavoratori italiani, uomini. La provincia di Ascoli registra un caso denunciato rispetto allo zero casi dell’anno precedente.

Malattie professionali

Per quanto riguarda le malattie professionali la nostra regione, a gennaio 2023, registra 514 denunce con un aumento di 210 casi in valore assoluto (+67.4%). Vale la pena di ricordare che dopo anni di crescita il 2022 aveva fatto invece registrare un calo del 2.6%. Purtroppo le patologie di origine professionale sono tornate a crescere. Il 65% delle denunce proviene da uomini di cui il 91% italiani. Oltre il 90% riguarda la Gestione Industria e Servizi.

Dalle patologie denunciate per settori emerge una conferma per quelle del sistema nervoso (45 casi), orecchio e apofisi mastoide, sistema osteo-muscolare e tessuto connettivo (193 casi,+45) e ben 254 denunce ancora non determinate (+115). Nella provincia di Ascoli Piceno si registrano 74 denunce rispetto alle 33 del mese di gennaio 2022, ovvero una crescita del 124.2%.

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Bruno Bianchini, presidente del Comitato INAIL di Ascoli Piceno

Il commento di Bruno Bianchini, presidente del Comitato INAIL di Ascoli Piceno

“L’esame – spiega il presidente del Comitato INAIL di Ascoli Piceno Bruno Bianchini – riguarda solo il mese di gennaio 2023. Ci troviamo di fronte ad una diminuzione sullo stesso mese del 2022; anche se la nostra regione presenta una riduzione inferiore al dato nazionale (19.2% contro il 31.4%). Il confronto effettuato è su un singolo mese, quindi è poco attendibile rispetto al trend che si delineerà nei prossimi mesi anche sintomatico.

Per un’analisi più significativa sarà necessaria una scansione temporale più ampia, anche per tener conto di eventuali ritardi nelle denunce d’infortunio. Emerge però un dato preoccupante, ovvero l’aumento degli infortuni tra i giovani e giovanissimi.

Sono inoltre aumentati i casi mortali, ciò è drammatico: Marche, Puglia e Veneto sono al terzo posto in questa triste classifica d’inizio anno.

Problematica è la nuova crescita delle patologie professionali. L’analisi, anche se limitata, dimostra come siano necessarie tante azioni concertate tra i soggetti che si interessano di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

Il taglio lineare dei finanziamenti alla sanità pubblica da parte di Stato e Regioni e ai Servizi di Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro (SPSAL), degli ultimi 10 anni, ha visto dimezzarsi il personale, ha ridotto le attività di In-Formazione, prevenzione e ispezioni. Il Decreto Legge n. 146/2021, doveva portare all’assunzione di mille ispettori in tutto il Paese, ma non sembra che ci sia un reale cambiamento.

Il solo potenziamento dei servizi ispettivi e di prevenzione è insufficiente per ridurre strutturalmente il numero di infortuni e di malattie professionali se non accompagnato da una forte azione culturale. Ci troviamo di fronte ad un mondo del lavoro in radicale trasformazione che necessita di un approccio diverso.

Occorre attivare nei territori incontri tra parti sociali e istituzioni pubbliche (SPSAL, Ispettorato del Lavoro, INAIL) attivando percorsi specifici per ridurre i numeri sopra ricordati.

È importante che nella nostra provincia, sia per la riforma organizzativa delle ex aree vaste, oggi Aziende territoriali sanitarie (AST), sia per la nomina del nuovo direttore dello SPSAL (Dott. Paolo Marcuccio), si apra un confronto sulla nuova organizzazione del servizio”.

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