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Il Presidente della Camera di Commercio delle Marche Gino Sabatini è stato nominato a Budva, in Montenegro, presidente del Forum delle Camere di Commercio dell’Adriatico e dello Ionio. Il Forum è una rete transnazionale, senza scopo di lucro, che unisce le Camere di Commercio appartenenti ai Paesi della Regione Adriatico Ionica. Nel dettaglio: Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Grecia, Italia, Montenegro, Serbia, Slovenia.

Il Forum delle Camere di Commercio dell’Adriatico e dello Ionio

La Mission dell’Associazione è il potenziamento delle sinergie e delle opportunità per lo sviluppo socio-economico dell’Area Adriatico Ionica. Area riconosciuta dal Consiglio dell’UE come la terza Strategia Macroregionale Europea (EUSAIR), dopo le Regioni Baltica e del Danubio.

Il Forum AIC è uno dei maggiori stakeholder della EUSAIR, strategia che valorizza il patrimonio culturale e la ricchezza delle realtà presenti sul territorio dell’area. Traducendo nel concreto il concetto di coesione territoriale, di protezione ambientale, di sviluppo economico e sociale sostenibile.

L’associazione è stata fondata nel 2001 ad Ancona, all’indomani del termine del conflitto nella ex Jugoslavia. Scopo era portare collaborazione e supporto a uno sviluppo socio economico unitario nella area bagnata dallo stesso mare. All’epoca firmatari furono il presidente dell’allora Camera di Commercio di Ancona Augusto Bocchini e la presidente della Camera dell’Economia di Spalato Jadranka Radovanic.

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Sabatini all’incontro di Budva

La presidenza di Gino Sabatini

La presidenza italiana, segnatamente marchigiana, durerà due anni. Proprio a Budva Sabatini era stato eletto nel maggio 2019e aveva cominciato la sua esperienza nell’associazione, alla vigilia di un biennio segnato da inaspettate difficoltà legate a pandemia, crisi energetica e conflitto tra Federazione Russa e Ucraina. 

“E’ un’occasione preziosa – commenta il neo eletto Presidente – per un Ente come il nostro poter essere parte attiva in un percorso di accompagnamento di queste comunità economiche dentro la UE. E’ doveroso e porta benefici per tutti: dalla collaborazione nascono opportunità, si saldano legami, tra imprese e territori. Cooperare è il contrario di dividere, e purtroppo è sotto gli occhi di tutti, oggi più che mai, quanto le lacerazioni tra comunità possano portare a collassi drammatici orribili da attraversare. E da cui è difficile uscire, con danni duraturi anche per le economie”.

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