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È partito a Valmir di Petritoli il corso per l’autotutela del fondo agricolo riservato agli agricoltori. Questi ultimi, muniti di porto d’armi, potranno così difendere dalle incursioni dei cinghiali i loro campi e i raccolti.

Cinghiali: il corso di autodifesa di Coldiretti

Ad annunciarlo è la Coldiretti Ascoli Fermo che ha accolto le numerose richieste provenienti dalle due province e ha attivato la formazione obbligatoria prevista per legge.

Quella dell’autotutela del fondo è solo una delle strategie che Coldiretti ha voluto mettere in campo per contenere la popolazione degli ungulati.

L’attuale Governo, con la Legge di Bilancio 2022, recependo una precisa richiesta della Coldiretti, ha aggiornato la L. 157/1992 sulla caccia, introducendo l’articolo 19ter con cui autorizza le Regioni a redigere ed attuare un “piano straordinario” per la gestione e il contenimento della fauna selvatica.

Cinghiali: le richeste di Coldiretti Ascoli Fermo

“È urgente però – spiega Stefano Mazzoni, presidente  di Coldiretti Ascoli Fermo – che la Regione Marche colga questa opportunità con la quale sarà possibile intervenire in modo straordinario nel contenimento dei cinghiali tutto l’anno. Questo con abbattimenti selettivi e gabbie di cattura, senza alcun impedimento da parte di ISPRA, ovunque. Anche in aree urbane, periurbane, nei parchi e nelle aree protette, persino in collaborazione con gli agricoltori titolari di porto d’armi”.

Inoltre, sottolinea il Presidente, con la peste suina nella confinante regione Lazio sono a rischio anche gli allevamenti suini delle province di Ascoli e Fermo.

“Trattandosi ormai di una situazione fuori controllo – aggiunge il presidente Mazzoni – non più arginabile con gli strumenti ordinari, avevamo chiesto anche l’intervento dell’Esercito. E il Governo finalmente ne ha preso coscienza con il nuovo DL. Agricoltura con cui ha schierato un contingente di 177 soldati dando loro compiti di bioregolazione (leggasi caccia al cinghiale). Consentendo quindi l’utilizzo di tutte le dotazioni di armamento di cui sono forniti.”

Nei mesi scorsi Coldiretti Marche ha chiesto e ottenuto dalla Regione finanziamenti per difendere gli allevamenti di maiali. Finora nessun focolaio è stato riscontrato nelle Marche, ma il virus veicolato dai cinghiali, letale per i suini, è una spada di Damocle sulla zootecnia. E, in generale, sull’economia delle aree interne.

Basti pensare che dove sono state attivate le misure sanitarie per contrastare la diffusione del virus, oltre all’abbattimento dei capi sono state previste anche l’interdizione delle aree, il divieto di raccogliere funghi e tartufi. Ma anche le attività di pesca e perfino il trekking e le passeggiate in mountain bike nonchè tutte le altre attività che potrebbero portare a un’interazione diretta o indiretta con i cinghiali infetti.

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