Articolo
Testo articolo principale

ASCOLI PICENO – Da giovedì 3 fino a sabato 5 dicembre la Sala della Ragione nello storico Palazzo dei Capitani accoglierà la XXVII edizione del Premio Internazionale Ascoli Piceno, quest’anno dedicata al Medioevo degli esclusi e degli emarginati tra rifiuto e solidarietà. La marginalità sociale lungo i mille anni di quella che Paola Galetti ha denominato “la civiltà del legno” sarà pertanto l’oggetto di indagine, approfondimento e discussione al Convegno che ospiterà alcuni dei maggiori medievisti a livello internazionale. Proprio per il coinvolgimento dei più eminenti accademici e l’infaticabile impegno direttivo del presidente dell’Istituto Superiore di Studi Medievali “Cecco Ascoli” – Luigi Morganti-, il Premio ideato nel 1987 dal sindaco Gianni Forlini in collaborazione con. Franco Cardini, oggi è uno fra i più prestigiosi appuntamenti dedicati allo studio e alla diffusione della cultura medievale. Si tratta ormai di un evento affermato che gode dell’altissimo riconoscimento di storici di elevata caratura come Chiara Frugoni e Mario Ascheri.

IL CONVEGNO – Probabilmente gli uomini più illuminati di quel periodo noto anche come “età di mezzo” che non fu solo barbarico, illetterato e superstizioso, immaginavano un futuro più tollerante e indulgente. La fase storica che invece stiamo vivendo dimostra che sono necessari ancora molti passi per raggiungere una società solidale e conciliante, educata a un civile sentimento di fratellanza. L’emarginazione socio-culturale è ancora oggi oggetto di cronaca e il coinvolgimento attivo in questo progetto pluriventennale di Roberto Zazzetti che da anni è impegnato nello sviluppo integrale della persona con disabilità psichiche, fisiche e sensoriali attraverso l’associazione La Meridiana, ne è la riprova. Per quanto riguarda i contenuti del convegno, gli organizzatori hanno fatto sapere: “La marginalità sociale, nelle sue diverse accezioni, rappresenta un problema non di poco conto con cui deve confrontarsi il mondo contemporaneo. Il fenomeno dell’immigrazione dai paesi poveri a quelli più sviluppati determina fenomeni di rifiuto ma anche comportamenti solidali, in un quadro comunque di processi di integrazione non facili. Altrettanto si può dire di quelle popolazioni abituate da tempo a forme di mobilità continua. Vi è poi una marginalità sociale che si rapporta a mestieri che vengono rifiutati perché considerati inferiori, o a condizioni personali che impediscono una piena integrazione nella società. Per non dire infine della marginalità religiosa che si è affacciata prepotentemente alla ribalta internazionale in questi ultimi anni. È un problema del presente con cui, mutatis mutandis, si sono confrontate le società del passato, in particolare nei secoli finali del Medioevo. Per questo appare interessante riflettere su questi fenomeni e interrogarsi sulle risposte che allora furono date. Oggetto del convegno, che raccoglie alcuni dei maggiori specialisti a livello internazionale, sono dunque gli immigrati poveri, o comunque di bassa condizione (slavi, albanesi, còrsi, ma anche tedeschi); quanti (zingari, vagabondi, ecc.) rifiutavano di legarsi a una residenza stabile; le persone malate o comunque inabili al lavoro per menomazioni fisiche o per situazioni congiunturali; i mestieri ritenuti inferiori, sia nelle città che nelle campagne; infine gli ebrei, gli esclusi per eccellenza nella società cristiana. Lo studio del passato può servire ancora una volta a farci capire meglio i problemi del presente”.

TAG: ,