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ASCOLI PICENO – Per questo 2016 la Tari aumenterà del 13%, che aggiunto al +8% dello scorso anno, giunge a quota 21 per cento. Insomma, una vera e propria stangata. Così, proprio Ascoli Piceno, la città che vantava una delle Tari più basse d’Italia, da quest’anno recupera tutto a spese, s’intende, degli ascolani. La spiegazione? Arriva direttamente dall’amministrazione in consiglio comunale. Gli aumenti serviranno a finanziare la raccolta porta a porta in tutta la città e nelle frazioni.  Con la raccolta porta a porta in tutta la città gli utenti coinvolti nel nuovo istema passeranno dai 5.500 nuclei attuali a 22.000. “Prima la nostra Tari costava un milione in meno – ha spiegato al consiglio comunale l’assessore all’ambiente Lattanzi – oggi avremo un aumento di un milione e mezzo in più complessivo. È chiaro che ogni miglioramento della vita ha un costo e che se avessimo potuto realizzare la sesta vasca i costi sarebbero stati inferiori”.  L’obiettivo – finalmente – è chiaro: raggiungere il famoso 60% di raccolta differenziata”. “La Tari è un grande problema nazionale – ha ricordato il sindaco Castelli – e, sul tema, interferisce una questione che dal punto di vista fiscale ha causato una rivoluzione. Si tratta della fiscalizzazione delle morosità: la legge impone che la morosità venga caricata sui costi degli onesti cittadini. Purtroppo, dopo anni di risparmio effettivo per gli ascolani di circa un milione di euro, è arrivato il momento di allinearci con il resto d’Italia. Qui entra in gioco l’equilibrio che avevamo sedimentato con il discorso della discarica, non si può non riconoscere che la mancata sesta vasca ha prodotto effetti nefasti tali che nel momento in cui abbiamo scelto di estendere il porta a porta spinto su tutta la città dobbiamo caricarlo sui cittadini. Fatta la differenziata e raggiunto il 65 per cento, entreremo nell’ottica della tariffazione puntuale. È il principio secondo cui chi conferisce meno indefferenziata paga meno Tari”.

L’OPPOSIZIONE DICE NO ALL’AUMENTO TARI – Furiosa l’opposizione. Secondo il consigliere Ameli “continua a mancare del tutto una visione e una progettazione. Questa città è in ritardo di 8 anni. Nel 2012 dovevamo essere al sessanta per cento e oggi non ci siamo ancora, però la tari aumenta del 20%”. Castiglia rimarca: “Finalmente ci accorgiamo che esiste la possibilità di fare la raccolta differenziata per avere nel lungo periodo un risparmio sui costi, ma, come sempre, arriviamo a fare interventi di questo tipo senza dotarci di un piano finanziario”. E Roberto Allevi ricorda agli smemorati come si è arrivati all’emergenza: “nel 2012 il consiglio approvò una delibera in cui si approvava la cessione del 40% di Ascoli Servizi Comunali a un privato. Oggi il corrispettivo del soggetto privato individuato è arrivato? No, anzi è in atto un contenzioso serio. Ecco che ci ritroviamo senza il 40% delle quote di Ascoli Servizi, senza il corrispettivo dovuto e con l’acquisto di un terreno per la sesta vasca senza avere alcuna autorizzazione amministrativa”.

 

 

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